Kung Fu Panda 3: identità e trasformazione in se stessi.

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“Se fai solo quello che sai fare non sarai mai più di ciò che sei”. La prima sorpresa di questo terzo capitolo di una saga che ormai ha consolidato il proprio posto nella storia della cinematografia di animazione (e non solo) è il messaggio, ancora una volta esplicito, detto però solo dopo pochi minuti dall’inizio del film, e non verso la fine come siamo stati abituati con il Panda combattente fino ad ora. L’insegnamento gli verrà dato direttamente dal suo maestro, Shifu, che impone Po come suo sostituto alla guida della scuola di Kung Fu. Il difficile sarà però mettere in atto questa perla di saggezza. Infatti, l’intera vicenda del film si svilupperà attorno ad un Po che è passato da improbabile allievo di Kung Fu a guerriero dragone nei due capitoli precedenti, e che adesso dovrà trovare il modo di elevarsi al ruolo di maestro dei Furious Five, suoi idoli.
L’antagonista della storia è Kai, una volta compagno di battaglia di Oogway, il maestro tartaruga passato a miglior vita, che ha lo scopo di imprigionare il Ci di tutti i maestri di Kung fu ancora in vita, dopo aver già preso quello dei maestri che si trovano ormai nel regno degli spiriti.
Per fermare la dilagante conquista di Kai, è necessario quindi un maestro del Ci, arte che Po è ben lontano dal dominare. Una speranza gli viene data dal padre ritrovato, che dichiara di averlo raggiunto in seguito ad un messaggio da parte dell’universo. Questi gli promette infatti, di potergli insegnare l’arte del Ci, ma solo se lo raggiunge nel villaggio dei Panda.
In Kung Fu Panda 3 ci sono tutti gli elementi che danno senso ad una trilogia in quanto tale. Il protagonista che deve coronare un proprio percorso di crescita, nonostante la reticenza retaggio di un passato in cui tutto questo sembrava impossibile, e che può farlo solo scoprendo elementi del suo passato che hanno sempre rappresentato per lui una certa ossessione.
Vi è poi la presa di coscienza, che permette a Po di capire che a certe verità non si giunge, ma che sono il risultato di tante realtà che contribuiscono a formarla.
Anche tecnicamente Kung Fu Panda 3 è in perfetta continuità con i primi due capitoli. Non si può non notare che adesso di ricordi in 2D non ce n’è solo uno, ma due, per le due rispettive storie, quella principale che vede la nascita del cattivo Kai e quella dell’abbandono di Po, questa volta vissuto dal padre. È poi tutto da gustare l’incipit della DreamWorks, opportunamente modificato per l’occasione.
Attraverso una serie di combattimenti spettacolari, gag riuscite, e qualche richiamo ai precedenti episodi, Po ci lascia un insegnamento molto importante: la vera crescita sta nella trasformazione di noi in noi stessi. Qualsiasi obiettivo ci porremo, non sarà snaturando la nostra identità che lo raggiungeremo.

Il film sarà proiettato da giovedì 16 marzo al Multisala Cinema Eliseo.