“Un paese quasi perfetto” è la dignità del lavoro che si fa favola

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Domenico è nato e cresciuto a Pietramezzana, dove ha lavorato in miniera finche il filone non si è esaurito. Il sostentamento di tutti i 120 abitanti del piccolissimo paesino consiste in una cassa integrazione, molto povera, ma che da tanta vergogna a chi ormai non lavora da tempo. Ci sarà una possibilità per tutta la gente di Pietramezzana di recuperare la propria dignità quando un’azienda cercherà il luogo adatto per aprire una fabbrica. Pietramezzana sarebbe un luogo adatto visto che, per le condizioni in cui versa, promette sgravi fiscali importantissimi, ma ci sono due piccoli intoppi: la popolazione deve essere almeno di 200 persone e serve la presenza di un medico di condotta.
Il medico è Gianluca, chirurgo plastico, che sarà obbligato ad andare a Pietramezzana per una serie sfortunata di eventi. Gianluca dovrà restare un mese, e dopo dovrà decidere se restare ancora per altri 5 anni. Domenico, vista la possibilità di riscatto che gli si prospetta, coinvolge l’intero paese, e cerca di fare di tutto per convincerlo a restare.
Un paese quasi perfetto tocca tutti gli argomenti che fanno parte della storia italiana più recente. Si parte da una politica bugiarda, capace di un coraggio da leoni nel promettere un milione di posti di lavoro, ed ancora più coraggiosa nel buttare nel dimenticatoio tutti i fallimenti ottenuti in questa direzione, per arrivare a discutere della necessità di lasciare le proprie origini per lavorare e per avere una possibilità di vita dignitosa.
Gaudioso riesce a parlare di tutto questo con un film garbato, leggero, a tratti un po’ lento, e divertente.
La scelta di lasciare nel dubbio lo spettatore per quanto riguarda alcuni aspetti, come la tristezza che sembra essere intrinseca nel ruolo della bella di Pietramezzana interpretata da una Miriam Leone a cui viene lasciato effettivamente pochissimo spazio, o il non approfondire il discorso per quanto riguarda il figlio di Domenico, di cui questi parlerà solo quando cercherà di instaurare un rapporto molto profondo con il medico, da vita ad alcuni vuoti che non hanno senso.
Il film è caratterizzato da un tono favolistico che può anche catturare e far piacere visto come contribuisce ad alleggerire ulteriormente una storia che è per tutti.
Quello che delude è un lieto fine totalmente gratuito, che fallisce miseramente nel tentativo di regalare un minimo di speranza ed un sorriso, e che ci porta ad accusare Gaudioso di offendere la nostra intelligenza.

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