Jus Patronatus a Meta: la Ragione e la Storia

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E’ ormai trascorso quasi un anno da quando il Parroco di Meta di Sorrento, Don Gennaro, ha lasciato la guida della Parrocchia per limiti di età, lasciando anche meravigliati i fedeli, molti dei quali convinti che lui fosse ancora in grado di guidarla senza particolari problemi. Peraltro, l’addio si verificò senza una particolare celebrazione eucaristica, che solitamente è di festa e di ringraziamento ma soltanto attraverso un freddo annuncio, dato peraltro non dal diretto interessato. Dopo lo stupore e smarrimento iniziale, una buona parte della popolazione metese, vista la nomina di un Amministratore Parrocchiale, nella fattispecie il Vice Parroco, ha incominciato a richiedere, attraverso la nascita di un comitato spontaneo molto attivo sui social, l’esercizio da parte del popolo metese dello “Jus Patronatus” e cioè la facoltà di eleggere il proprio Pastore secondo le norme canoniche. Molto si è scritto attraverso varie testate giornalistiche, molti gli incontri dei rappresentanti del comitato avuti con il Vescovo, molti i sondaggi avuti con i cittadini di Meta attraverso anche una petizione popolare ma, purtroppo il Vescovo, in qualità di Capo della Diocesi, non ha mai risposto. Attualmente la Parrocchia di Meta è sprovvista della figura carismatica del ” Parroco” ma è retta da un Amministratore Parrocchiale.

Sono sette le parrocchie che hanno il diritto di patronato nelle elezioni popolari del parroco: San Michele a Piano, Trinità, Santa Maria di Galatea, Santi Prisco ed Agnello a S.Agnello, Santa Maria delle Grazie a Trasaella, Santa Maria di Casarlano a Sorrento. Tale diritto è documentato in un testo del XVI secolo, da cui si evince chiaramente che la prerogativa già vantavano radici plurisecolari fino a pochi anni prima che hanno riguardato Trinità e regolarmente svolte. Nel resto d’Italia le altre parrocchie che conservano questo antico diritto sono: Traverselle e San Giorgio a Chieri in Piemonte, Guastalla in Emilia, Cravate in Lombardia, e poi Pompei, Barano d’Ischia, San Ciro a Portici e Secondigliano a Napoli.

Negli ultimi anni gli Arcivescovi di Sorrento-C.Mare hanno avocato a sè la nomina dei parroci, ignorando questo antichissimo diritto del popolo. E’ un vero peccato ed ingiustizia perchè viene eliminata un’antica e cara tradizione. L’elezione popolare di un parroco era un evento per la comunità chiamata alle urne a scegliere il proprio pastore. Un tempo per costruire le chiese si mobilitava il popolo e chi non poteva contribuire economicamente, offriva le proprie braccia ed il proprio lavoro fisico. E’ presumibile che ciò sia avvenuto per le nostre chiese della Penisola Sorrentina, dalla Madonna del Lauro a San Michele, dalla Trinità a Sant’Agnello e che il diritto di eleggere il proprio parroco sia stato, per i nostri antichi, il premio alle loro fatiche ed ai loro sacrifici.