Capua, altera Roma…

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E’ secondo solo a quello di Napoli, e questo vuol dire tanto, visto che quello napoletano è uno dei  più importanti musei al mondo.

Risale al 1874, ha sede in uno storico palazzo, che è anche un raffinato esempio di architettura durazzesca-catalana, con due piani espositivi e 32 sale espositive, 20 di deposito, 3 grandi cortili e un vasto giardino (qualcosa come cinque mila metri quadri e più di esposizione).

Ha una sezione archeologica, con un lapidario curato dal Mommsen in persona, una sezione medioevale e una moderna, con annesso Archivio Storico, Pinacoteca  e Biblioteca con oltre settanta mila volumi e manoscritti preziosi ed era ritenuto da Amedeo Maiuri “il più significativo della civiltà italica della Campania”.

Parliamo del Museo Provinciale Campano di Capua, ospitato in uno dei più importanti edifici rinascimentali di Capua, ovvero Palazzo Antignano, che ha inglobato nella parte più antica la Chiesa longobarda di  San Lorenzo ad Crucem, che risale al IX secolo e l’ex Convento della SS. Concezione. Stupendo il portale durazzesco-catalano tricuspidato, che incorpora gli stemmi degli Antignani e i d’Alagno, dal quale si accede al cortile interno, il quale ospita una scala posta su archi rampanti, che connettono i pilastri alle colonne e ai gradini in funzione decorativa.

Il primo direttore fu il conosciuto e stimatissimo  archeologo, storico, epigrafista, prof. Iannelli, numerosi ed esimi studiosi se ne occuparono dal primo momento, fra i quali si annoverano Theodor Mommsen, Julius Beloch, Jaques Heurgon, Amedeo Maiuri, solo per citare i più famosi.

Il Museo ha un’importante collezione epigrafica, curata dal grande Theodor Mommsen in persona, in cui trovano spazio iscrizioni votive, commemorative o sepolcrali in lingua osca e latina,  medioevali, cristiane.

Statue, sarcofagi, sculture riempiono sale e cortili, mentre ben  5 sale ospitano la più importante e originale collezione di ex voto dei musei del mondo: le Matres Matutae, dedicate alla Dea della fertilità per propiziarne l’intervento e moltiplicare le nascite. Le arcane statue, che occupano un orizzonte cronologico che va dal VI al II secolo a.C., tutte in tufo, sedute in trono e con le braccia colme di neonati in fasce, ancora oggi interrogano gli studiosi dall’alto dei loro troni in pietra.

La sala successiva espone bellissimi mosaici, come il “Coro sacro”, proveniente dal Tempio dedicato a Diana Tifatina, del III secolo d.C. le 4 sale successive espongono centinaia e centinaia di vasi ceramici risalenti all’epoca protostorica, vasi di bucchero etruschi, vasi corinzi, greci e italioti, bronzi ornamentali (gioielli), bronzi di uso comune e figurati. Vi è la sala delle terrecotte votive, delle collezioni numismatiche, delle terrecotte architettoniche, dei marmi, delle sculture federiciane, rinascimentali, oltre alla Pinacoteca che accoglie importanti quadri. Prima di poter accedere alla fornitissima Biblioteca bisogna attraversare ancora 6 sale in cui c’è da perdersi fra le iscrizioni, longobarde, angioine, aragonesi, le sculture dei secoli XVI/ XVIII, stemmi e ceramiche medioevali.

Credo proprio che un passaggio per Capua, per i suoi reperti classici incastonati in ogni dove, per l’anfiteatro e il Museo dei Gladiatori, per il Mitreo, i Monumenti funebri e lo stupendo Museo Campano valga proprio la pena farlo. E poi riflettete: in quale altro posto potreste trovare una stupenda città (Capua) e il suo doppio (S. Maria Capua Vetere), un Museo straordinario e il suo doppio (Museo dell’Antica Capua, presso la moderna S. Maria C.V.), da dove, per giunta, potrete anche raggiungere l’antica “Casa Irta” medioevale il suo doppio,  la moderna città della Reggia?