Indagine AIDEPI, al Sud meno merendine ma più bambini obesi: le ragioni di un paradosso

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Da un’indagine dell’Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane (AIDEPI) e dai dati del Ministero della Salute risulta che i bambini del Sud Italia, pur mangiando meno merendine, sono più obesi dei coetanei settentrionali.

 I dati dell’inchiesta

Nelle regioni del Settentrione il consumo di merendine si attesta sui 2,2 kg pro-capite annui e i bambini obesi o in sovrappeso costituiscono il 24,7% del totale e, man mano che si percorre lo Stivale verso sud, il primo valore scende fino a 1,6 kg, mentre il secondo aumenta vertiginosamente sino al 37,8%, rappresentativo dell’intero Mezzogiorno, con picchi in Campania anche superiori al 40%. Tutto ciò sembrerebbe andare contro quello che ci è stato insegnato a scuola e in famiglia sull’alimentazione sana e sulla dubbia qualità delle merendine, ma così non è. In realtà questi dati, apparentemente paradossali, vanno confrontati con altre indagini sulle abitudini alimentari e comportamentali dei bambini italiani.

Consumo di merendine e obesità nelle regioni d'Italia
Confronto tra stili di vita, consumo di merendine e livelli di obesità nei bambini delle varie macroregioni d’Italia.

Alimentazione, ma non solo…

Innanzitutto non è vero che tutte le merendine facciano male a priori, infatti se suddividiamo

in modo semplicistico, ma statisticamente utile, questi prodotti in due categorie, merende sane e merende dannose, si osserva che più della metà dei bambini del Nord predilige merende sane, mentre solo il 30% circa dei coetanei del Sud ha lo stesso comportamento.

L'obesità infantile è alta in Campania
In Campania più del 40% dei bambini di età compresa tra gli 8 ed i 9 anni eccede il peso forma.

Un ulteriore fattore da non dimenticare, che è alla base della prevenzione dei casi di sovrappeso, obesità e di tutte le patologie ad essi associate, è l’attività fisica che, se importante nell’adulto, è imprescindibile nel bambino. Difatti è raro trovare un adolescente inattivo che sia anche sano. Questo assunto è confermato dai dati ISTAT, che mostrano come la maggior parte dei bambini che svolgono attività fisica almeno tre volte a settimana si concentri nelle regioni settentrionali, mentre i loro compagni di giochi del Meridione seguono tendenzialmente uno stile di vita sedentario, che li espone a forti rischi per la salute, tra cui vi è anche una maggiore probabilità di andare incontro a fenomeni di disregolazione del peso corporeo.

Non tutte le merendine sono uguali

L’associazione semplicistica tra le merendine, prese in toto, ed i rischi per la salute, come detto, non è corretta, anzi, se lo snack è scelto con accuratezza, la letteratura scientifica mostra che fare uno spuntino 2-3 ore prima del pasto principale, aiuta addirittura a prevenire fenomeni di overeating, la cosiddetta abbuffata. Pertanto si consiglia sempre di non eccedere nella misura dei pasti, ma di distribuirli meglio durante la giornata, inserendo ad esempio degli spuntini a metà mattinata e a metà pomeriggio, così da interrompere il digiuno, il quale, se troppo prolungato, può indurci poi a mangiare troppo alla prima occasione disponibile. Tuttavia è importante scegliere adeguatamente lo snack, perché non tutti gli spuntini sono ugualmente salutari –una porzione di frutta è intuitivamente più salutare di un croissant-. Il primo criterio per scegliere una merendina piuttosto che un’altra è sicuramente l’apporto calorico, che non dovrebbe eccedere le 100-200 kcal, mentre sono assolutamente sconsigliati i prodotti che forniscono più di 400 kcal, classificati dalla Food and Drug Administration (FDA) come cibi altamente calorici. Il valore energetico non è, però, l’unico

Il bilanciamento tra i principi nutritivi
Il bilanciamento ottimale tra glucidi, proteine e lipidi. Esso può variare anche in base all’attività svolta dal soggetto

parametro da tenere in considerazione per effettuare una scelta mirata, visto che una stessa quota di calorie può essere data da rapporti anche molto diversi tra i vari principi nutritivi. In particolare, sono sconsigliabili le merendine ricche di grassi, soprattutto se saturi, tenendo presente che le calorie derivanti da questi ultimi non dovrebbero eccedere il 7% delle calorie quotidiane. Una sorta di terrorismo ingiustificato è stato perpetrato, invece, per troppo tempo, nei confronti dei glucidi, le cui calorie costituiscono in una dieta equilibrata il 50% dell’apporto giornaliero e che, di conseguenza, non vanno assolutamente eliminati, ma solo bilanciati con attenzione, cercando di evitare prodotti poco salutari come snack dolci ricoperti da sciroppi particolarmente ricchi di zucchero. Un elemento che, viceversa, è troppo spesso sottovalutato nelle scelte alimentari, è il sale. Le direttive internazionali sconsigliano una introduzione di sodio superiore a 2,3 grammi al giorno, che corrispondono ad un cucchiaino di sale da cucina, soprattutto in virtù degli effetti potenzialmente dannosi che un eccesso perpetrato nel tempo può portare alla regolazione della pressione arteriosa. E’ quindi evidente che scegliere uno snack con alto contenuto di sale determina uno squilibrio importante e pericoloso nella dieta.

Come educare il bambino

Le numerose campagne a favore di una dieta sana ed equilibrata, che in alcuni paesi hanno anche portato all’introduzione di accise sulle merendine ipercaloriche e sulle bevande gasate -alla stregua di quanto accade per alcolici e derivati del tabacco-, hanno reso di pubblico dominio i rischi legati agli eccessi alimentari. In particolar modo, un abuso di merendine può portare, oltre che ad un ovvio aumento di peso, anche ad aumentato rischio di eventi cardiovascolari avversi, di infiammazione e stress ossidativo, oltre che ad un progressivo deterioramento dei denti e rafforzamento della placca batterica. Nonostante le campagne pubblicitarie sortiscano qualche effetto, si è sentita l’esigenza, a livello scientifico, di determinare una sorta di protocollo per l’educazione in famiglia. E’ stato osservato che, al contrario di quanto si possa pensare intuitivamente, proibire ad un bambino l’assunzione di merendine e snack vari non è il metodo più efficace per educarlo ad una alimentazione corretta. A questo comportamento, che implica dei divieti espliciti, bisognerebbe preferire delle strategie di controllo definite covert, ovvero latenti, per cui il bambino riceve una adeguata educazione alimentare senza percepire dei veri divieti, che potrebbero stimolarlo ad infrangere le regole alimentari impostegli. In poche parole, è più utile diminuire la presenza di merende nella credenza e portare il proprio figlio in locali dove non viene servito cibo spazzatura, piuttosto che dirgli semplicemente di non mangiarne, mentre il resto della famiglia ne fa comunque uso. Il focus sull’educazione è fondamentale, visto che un bambino obeso nel 67% dei casi diventa un adolescente obeso, il quale, a sua volta, nel 70% dei casi diventa un adulto obeso, con ovvi rischi per la salute. Quindi bisogna sempre ricordare che l’attività fisica e l’alimentazione vanno di pari passo e sono ugualmente importanti per la salute –non basta controllare solo una delle due- e che non tutti gli snack sono da vietare, tenendo anche conto che una educazione alimentare basata sul divieto può essere altamente controproducente.