Smetto quando voglio Masterclass: gli scalcinati sono tornati

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Le cose non sono andate come sperato da Pietro per la banda di spacciatori composta da accademici di altissima caratura che nel primo film aveva tenuto sotto scacco Roma con la creazione di una droga perfettamente legale. Infatti, a causa di un incidente in cui sono stati coinvolti praticamente tutti i componenti, le promesse fatte allo stesso Pietro, di libertà per tutti e della sua unica incarcerazione, sono state disattese. Pietro è ancora in carcere, e si trova a dover scontare ulteriori dodici anni, mentre tutti gli altri, che grazie al sacrificio di Pietro erano rimasti intoccabili, si trovano comunque sotto processo. Come se questo non bastasse, Giulia, compagna di Pietro, è ormai deciso a lasciarlo, ed a togliergli il figlio che ancora deve nascere. Tutto cambia quando Paola Coletti, agente dell’antidroga, decisa a combattere il fenomeno delle smart drugs, si fa venire come idea quella di far rinascere la banda, a cui promette libertà e fedina penale pulita in cambio di 30 sostanze legali da mettere al bando.
Il primo capitolo, seppur in maniera molto ironica, denunciava quella che in Italia è sicuramente una piaga mai trattata in modo opportuno: quello del trattamento riservato a chi ha fatto della cultura, dello studio e dell’approfondimento delle proprie conoscenze il proprio mantra.
In Smetto quando voglio Masterclass, invece, la situazione si capovolge: non si può fare a meno di ammettere la preparazione di ognuno dei componenti della banda, e che forse sono loro gli unici a poter salvare Roma dall’incubo(?) smart drugs.
Più che ridere, il film fa sorridere. Sulla falsa riga del primo capitolo vengono proposte vicende surreali e personaggi al limite del macchiettistico.
La banda viene rimpolpata con nuovi elementi altrettanto eccentrici, ma che non riescono a lasciare il segno nella storia ed a sopperire alla totale mancanza di novità da parte dei vecchi membri.
Nonostante questo, il film riesce comunque ad essere gradevole anche se privo di mordente: perfetto per una serata all’insegna della totale leggerezza.

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