I vini di Indovino: il sommelier recensisce il rosso Vigna Camarato, la riserva prodotta solo nelle migliori annate.

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i fratelli Salvatore e Maria Ida Avallone

Falerno del Massico Rosso Riserva DOC, Vigna Camarato, Villa Matilde, 2007
Ci troviamo a Cellole, in provincia di Caserta, ai piedi del vulcano spento di Roccamonfina: un areale conosciuto come Ager Falernus nell’epoca romana. È qui che negli anni ’60, con Francesco Paolo Avallone, inizia la storia dell’Azienda Vitivinicola Villa Matilde. Avvocato, eno-appassionato e strenuo sostenitore delle radici del suo territorio, nonchè cultore della letteratura latina, rimase incuriosito dai racconti di Plinio e dai versi di Virgilio, Marziale ed Orazio sul vinum Falernum, prodotto lungo i declivi di quelle colline dell’alto casertano. Fu così che iniziò uno studio approfondito per recuperare i cloni di vite ellenica che venivano coltivati in quella zona. Coadiuvato da un gruppo di amici, tra cui alcuni docenti della Facoltà di Agraria dell’Università di Napoli, individuò, dopo anni di studio, quelle viti che erano state coltivate fino a mezzo secolo prima, e da cui si produceva il Falerno: pochi ceppi, sopravvissuti alla fillossera, sparsi lungo le pendici del Massico. Con l’aiuto dei contadini del posto Avallone reimpiantò quelle varietà tipiche, e fondò Villa Matilde: un’azienda divenuta storica, portata avanti dai fratelli Maria Ida e Salvatore, che hanno esteso i loro orizzonti vitivinicoli anche nel Sannio e nell’Irpinia. Quest’oggi vi parlo del Vigna Camarato, il Falerno Rosso Riserva prodotto solo nelle migliori annate. Vivido ed integro nella sua fitta tonalità rubina, denota gli anni solo nell’orlo del calice che vira verso il granato. Al naso il primo impatto è di confettura di mirtilli e ciliegie nere sotto spirito, cui seguono profumi di erbe aromatiche, chinotto, radice di liquirizia e cannella. In bocca è pieno, morbido, disteso, avvolge il palato in un piacevole abbraccio calorico, sorretto da una vitale freschezza su cui fa leva la rifinita trama tannica, ed una stimolante percezione sapida, per chiudere in una lunga scia fruttata e speziata. Un rosso che berrei in un ampio calice, a 16°C, in pendant con uno Spezzatino di Cinghiale.

RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina