“Scafati obliqua”: Gero Grassi alla scoperta della verità sul caso Moro

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Ancora a Scafati, ancora alla biblioteca “F.Morlicchio” per raccontare altre verità, per aprire la mente dei cittadini sul sistema cui soggiacciono tutti i giorni. L’Onorevole Gero Grassi, noto politico, giornalista e scrittore pugliese, a distanza di due anni, è ritornato a Scafati, voluto fortemente dal’ANPI Scafati, Sez. “Bernardino Fienga” e dal circolo culturale ARCI Ferro 3.0. Il suo intervento si è inserito nel ciclo “Sguardi contemporanei”, insieme di incontri sulla storia contemporanea, che nella serata del 4 maggio, ha toccato il delicato tema di “verità e bugia” sul rapimento e la morte di Aldo Moro, di cui Grassi parla nel suo ultimo libro “Aldo Moro : La verità negata”. L’evento è stato aperto da una lunga presentazione dell’Onorevole Grassi, a cura di Alfonso Annunziata, Presidente ANPI Scafati. Gero Grassi è, forse, da considerare, un predestinato nella vita del politico ucciso dalla Brigate Rosse: nella sua biografia Grassi è ancora un infante quando assiste, a Terlizzi, in compagnia del padre, ad un comizio di Moro, il quale, nel vederlo tra la folla, decide di prenderlo “tra le braccia”. “Moro è un pugliese come me, ciò che mi ha sempre colpito di lui è lo splendido rapporto che ha avuto con la gioventù, il modo in cui li ha sempre spronati e la sua capacità di ascoltare. Tanti sono stati gli incontri con lui e l’ho sempre ammirato. Nel gennaio del 1978 ho avuto la fortuna die essere invitato da lui nel suo ufficio a Roma in occasione di un incontro con Pier Santi Mattarella e Michele Reina per discutere sulla Giunta Regionale siciliana. Non immaginavo la mia scalata politica, così come non immaginavo di scoprire quanta verità è stata nascosta sulla morte di Moro facendoci credere che sia stata opera delle sole Brigate Rosse. Tutto ciò che è emerso sino ad oggi testimonia come “gira” il sistema, come il potere non sia tale e quante persone ci siano dietro la morte di un unico uomo”. Grassi ha toccato vicende “scomode”, è andato a fondo in questioni delicate, ascoltando intorno a se persone che lo hanno spesso scoraggiato: “Mi hanno spesso ripetuto che era pericoloso, ma più studiavo gli atti e i documenti storici sul caso più avevo voglia di andare avanti. Nessuno ha mai voluto che la verità emergesse: basti pensare che la legge per l’istituzione della commissione d’inchiesta è avvenuta nel maggio 2014 mentre i lavori della commissione sono partiti il 3 ottobre 2014, giugno, luglio, agosto e settembre sono trascorsi così perché alcuni gruppi parlamentari non nominavano i componenti della commissione: tutti ritenevano che fosse un fatto vecchio oramai e quindi privo di interesse. Gli italiani volevano sapere la verità perché più volte sono stato richiamato in comuni italiani per raccontare ciò che avevo scritto già nei miei libri; al contrario ci sono stati e ci sono tutt’ora “pezzi dello Stato” che la verità non l’hanno cercata ma a cui soprattutto non interessa”. Il caso Moro non riguarda il passato, ma riguarda lo Stato e soprattutto la democrazia e ci sarebbero dei precisi moventi storici che avrebbero condotto alla sua morte, in primis l’idea dello statista di costruire “l’Europa dei popoli” superando l’accordo di Yalta. Grassi scrive tutto questo e nelle pagine dei suoi scritti fa emergere “un complotto” Nazionale ed Internazionale contro il politico della DC, nascostosi tra le pieghe della recriminabile attività delle Brigate Rosse. “Non che i terroristi siano da assolvere, assolutamente, ma sicuramente non sono stati gli unici a volere la morte di Aldo Moro” ha spiegato Grassi. Il politico pugliese ha ricevuto buona parte del materiale utile alla sua ricerca da alcuni familiari di Moro: “ Ciò ha aumentato le mie responsabilità. Mi sono sentito in dovere nei confronti dei suoi familiari, di fare ciò che lo Stato avrebbe dovuto fare nei loro confronti ed è per questo che mi sono impegnato in questa opera con la consapevolezza che con l’impegno la verità si raggiunge” ha sottolineato Grassi che ha portato e continua a portare “la sua verità” in molte città italiane tra cui Napoli, Roma, Montemarciano e diversi comuni della Puglia.