I Vini di Indovino: il sommelier recensisce il Fiano di Tenuta Sarno

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Fiano di Avellino DOCG, Tenuta Sarno 1860, 2015
Ci troviamo a Contrada Giardini di Candida, nel quadrante sud-est dell’areale del Fiano di Avellino. Qui Maura Sarno, sulle orme della nonna, accantona la laurea in giurisprudenza per dedicarsi completamente alla viticoltura: realizzando così il sogno incompiuto di papà Domenico. Nel 2002, in un momento in cui i vini dell’avellinese hanno iniziato la loro irrefrenabile ascesa, fa spiantare tutto e dà il via allo “scasso” del suolo, preparando così la tenuta all’impianto del nuovo vigneto. La scelta del vitigno da impiantare, il Fiano, è stata quasi obbligatoria, visto che Candida è tra i comuni il cui territorio amministrativo è riconosciuto all’interno del disciplinare di produzione della DOCG. Maura, supportata in todo da Vincenzo Mercurio, ha sempre avuto le idee ben chiare: lavorare in un unico sito, un’unica vigna, con un’unica tipologia di uva, per dar vita ad un prodotto altrettanto unico e che fosse autentica espressione del territorio. Si è partiti da 2ha di vigne, da sole 4000 bottiglie prodotte nella prima annata, la 2009, ma il grande successo riscontrato tra gli appassionati e gli operatori del settore ha reso necessario l’acquisto di vigne contigue, sempre sullo stesso versante e con la stessa esposizione e suolo: per un totale si 8ha, da cui si ottengono 2 tipologie, un fermo ed uno spumante, da sole uve di proprietà.
Quest’oggi vi racconto le mie personali impressioni sul Fiano 2015 di Maura. Tinto di un vivido e carico giallo paglierino, al naso emergono profumi agrumati e di pesca, di ginestra e timo, di anice, miele millefiori e nocciola tostata. Il sorso è ricco, caldo ed avvolgente, puntualmente sostenuto ed equilibrato da una verve acida ed una sapidità che conferiscono dinamismo ed una piacevole e stimolante pungenza sul piano tattile, che accompagna la lunga chiusura di bocca in cui ritornano i tratti agrumati, vegetali ed affumicati. Un bianco di spessore, da Bere a 10°C con un piatto di Mezze Maniche con Pescatrice, fave e guanciale tostato.
RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina