I Vini di Indovino: il sommelier recensisce il Fiano longevo e dalla forte identità

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Fiano Colli di Salerno IGT, Mila Vuolo, 2011
Ci troviamo tra i Colli di Salerno, a Località Passione di Rufoli. È qui che nel 2003 Mila Vuolo, forte dei suoi studi in Agraria e della collaborazione con l’enologo Guido Busatto, battezza la sua Azienda Agricola. Si tratta di una piccola realtà di 3,5 ha alle porte del Parco Regionale dei Monti Picentini, che fu acquistata dal papà Luca, un rinomato medico del salernitano, per trovarci ristoro a fine carriera. Le caratteristiche peculiari del contesto pedo-climatico hanno spinto Mila a piantarci nel ’99 un vigneto di Aglianico, Fiano e Cabernet Sauvignon, che conduce personalmente in regime biologico e da cui ricava circa 10.000 bottiglie/anno: una piccola, ma significativa produzione dalla forte identità territoriale. Quest’oggi vi parlo del suo Fiano, di cui ho avuto modo di degustare una 2011 gelosamente conservata in cantina, proprio per valutarlo in prospettiva. La vinificazione è avvenuta in acciaio, dove il vino ha maturato per ben 18 mesi sui propri lieviti prima di passare in bottiglia. Nel calice si tinge di un luminoso e carico giallo paglierino, molto composto nelle roteazioni del calice. Il naso è d’impatto e ben stratificato: affumicato e balsamico in prima istanza, vira successivamente su toni di frutta matura che ricordano la mela golden, sensazioni che riconducono al profumo agrumato delle bucce di limoni candite, al fieno ed ai semi di finocchietto, concludendo con i fiori di camomilla essiccati. Il sorso è equilibratissimo, avvolgente, con l’alcol ben integrato ed una buona dose di freschezza e sapidità che donano dinamismo e slancio, sfociando in un deciso allungo dai richiami soprattutto affumicati. Un bianco pienamente godibile, che sicuramente saprà regalare ulteriori spunti a chi pazientemente saprà aspettarlo qualche anno ancora. Personalmente lo berrei in abbinamento a delle Linguine con Vongole veraci e Tè Nero affumicato, a patto che venga servito a 10°C in un calice piuttosto voluminoso, per consentirgli di avere il giusto respiro.

RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina