I Vini di Indovino: il sommelier recensisce la longevità del bianco irpino

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Irpinia Coda di Volpe DOC, Vadiaperti, 2007
Ci troviamo a Contrada Vadiaperti, a Montefredane. Qui nell’84 Antonio Troisi, professore di storia ed appassionato di viticoltura, decise di dar vita ad una sua azienda vitivinicola anziché vendere lo sfuso. Man forte e nuovi stimoli sono arrivati poi con il figlio Raffaele che, a termine degli studi in chimica, ha immediatamente affiancato il padre, grazie alla passione per il vino e la vite che gli era stata trasmessa. L’imperativo, sin dalle prime battute, è stato la valorizzazione dei vitigni autoctoni e delle loro caratteristiche varietali, partendo dal Fiano, che è stato il primo ad essere imbottigliato, passando per il Greco e concludendo con la Coda di Volpe: un’uva bistrattata, relegata dai disciplinari di produzione nel ruolo di comprimaria. Dopo la scomparsa del ‘professor Antonio’ Raffaele ha perseguito con la stessa passione, lo stesso rigore, le regole ed i principi appresi dal padre, nella conduzione dei vigneti e nella produzione dei vini. Una serie di vicissitudini, che non intaccano la sua filosofia produttiva, hanno portato poi alla nascita del marchio Traerte nel 2011 (lett: tra strade di montagna), sotto il quale continuiamo ad apprezzare i vini in cui Troisi dà come sempre tutto se stesso: forte di un’esperienza trentennale. Quest’oggi vi parlo proprio della Coda di Volpe e della sua longevità, come testimoniato da questa soprendente bottiglia targata 2007. Tinta di un vivido e carico giallo paglierino attraversato da riflessi verdolini, sfoggia un naso stupefacente, balsamico, mentolato, agrumato, di frutta bianca polposa e netti profumi che ricordano gli idrocarburi. Il sorso è teso, quasi tagliente, soprendente per integrità e freschezza gustativa, sapido e dai lunghi ritorni aromatici tutti terziari. Un bianco che, per la sua verticalità, potrebbe essere interessante in una cena a base di crostacei, soprattutto crudi, servito ad una temperatura di 10°C in un calice dal taglio dritto, che valorizzi i suoi punti forti: snellezza e dinamismo.

RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina