Gli orti botanici italiani da visitare a partire da quello di Napoli

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Passeggiare tra specie rare di piante tropicali, ripararsi dal sole sotto cedri, platani e palme, restare senza parole davanti ai colori vibranti di fiori mai visti prima: l’estate è il momento migliore per visitare gli Orti Botanici italiani, ambienti naturali meticolosamente ricostruiti nei quali andare alla scoperta del mondo vegetale e, magari, godersi un po’ di fresco all’ombra di alberi secolari. Nati nel mondo antico – per alcuni addirittura in età egizia, per altri ad Atene intorno al IV secolo a.C. -, da centinaia di anni gli Orti botanici ricostruiscono in modo approfondito ecosistemi di ogni latitudine, sia con fini scientifici che didattici. E’ molto frequente, infatti, che all’interno dell’Orto vi siano dei laboratori o dei percorsi ad hoc per i bambini, per far scoprire ai più piccoli le meraviglie della natura insieme a papà e mamma. In Italia ci sono alcuni degli Orti più belli d’Europa: quello di Padova, tra i più antichi al mondo, quelli di Palermo e di Roma, particolarmente estesi, e quelli di Genova e Napoli. Per conoscerne gli aspetti più interessanti ci siamo affidati ad uno dei massimi esperti del settore, Francesco Maria Raimondo, già ordinario di Botanica nell’Università di Palermo ed attuale coordinatore del Gruppo di Lavoro per gli Orti botanici ed i Giardini storici della Società Botanica Italiana.

Orto Botanico di Napoli – L’Orto botanico di Napoli risale al 1807 e assieme a quello di Palermo è uno dei più rappresentativi tra quelli universitari. Esteso su circa 12 ettari con accesso da via Foria, assieme a quello di Roma, è un giardino d’interesse paesaggistico oltre che scientifico. Le collezioni presenti sono di grande interesse: il botanico suggerisce di vedere “le Cycadali e varie succulente, queste ultime anche ambientate all’esterno e di notevole effetto scenografico. Da vedere è poi l’arboreto e di grande fascino è la valletta delle felci, con espressive specie arboree dei generi Alsophila, Cyathea e Dicksonia. Infine – conclude Raimondo – suggerisco di visitare l’antica collezione di agrumi e le piante officinali”. Info: www.ortobotanico.unina.it/

Orto Botanico di Padova – Istituito nel 1545 per la coltivazione delle piante medicinali, l’Orto Botanico di Padova è il più antico al mondo ad esser situato ancora nella sua collocazione originaria. Patrimonio dell’Unesco dal 1997, si estende per circa due ettari e mezzo, all’interno dei quali sorgono piante, alberi e fiori di ogni tipo: dalla Metasequoia al fiore di loto indiano, dalle Ninfee all’oleastro. Nel 2014 è stato inaugurato il ‘Giardino delle Biodiversità’, una delle serre più avanzate del pianeta con più di 1.300 piante provenienti da tutti gli ambienti climatici del mondo. Secondo Raimondo, nel “Giardino dei Semplici” di Padova merita “grande attrazione il nucleo storico con l’hortus cinctus dove, a parte alberi di rilevanza storica come un platano risalente al 1606, continua a vivere la mediterranea “palma di Goethe” (Chamaerops humilis) ispiratrice della celebre teoria sulla metamorfosi delle piante elaborata dal grande poeta e naturalista germanico”. Info: ortobotanicopd.it

Orto Botanico di Roma – L’Orto Botanico di Roma, struttura attualmente parte dei Musei dell’Università ‘La Sapienza’, viene creato nel 1883 e si estende su una superficie 12 ettari nel cuore del tessuto urbano della città, fra Via della Lungara e il Colle del Gianicolo, occupando l’area archeologica ‘Horti Getae’ costituita, nell’antichità, dalle terme di Settimio Severo. La posizione – in pieno centro di Roma, tra Trastevere ed il Vaticano – lo rende una meta ideale per coloro che vogliano rilassarsi in mezzo alla natura dopo aver visitato gli affollati siti turistici cittadini. Gli ecosistemi dell’Orto romano sono molti: c’è un delizioso ed ampio giardino giapponese, con giochi d’acqua, laghetti e cascate, una collezione di Bambù ed una piccola valle dedicata alle felci. “Notevoli – sottolinea il Prof. Raimondo – sono poi le varie specie mediterranee e appenniniche presenti, così come anche le palme e gli alberi esotici, fra cui una speciale e notevole conifera neozelandese della famiglia Araucariaceae”. Info: web.uniroma1.it/ortobotanico/

Orto Botanico di Genova – Quando si pensa alla città Ligure si immaginano il Porto, la Lanterna o gli affascinanti vicoli della città cantati da Fabrizio De André. Sin dal ‘700, però, Genova è stata uno dei centri europei più attivi dal punto di vista della ricerca botanica, grazie al grande interesse dell’aristocrazia cittadina per queste tematiche. Non a caso, nel secolo successivo tutto il mondo guardava alla città come ad un sorta di esemplare ‘paradiso verde’, dove la vivacità urbana conviveva con raffinate collezioni di piante e fiori che venivano coltivati in quattro diversi orti. Quello attuale è inserito nel centro storico della città, e risale al 1803. Emanazione dell’Università, l’Orto Botanico di Genova occupa una superficie di circa un ettaro e ospita varie collezioni ordinate con criterio tematico e sistematico. Quali sono le più interessanti? Per il Prof. Raimondo “senza dubbio la collezione di felci presente in una delle molte serre dell’Orto, così come i due piccoli arboreti ed il settore australiano, in cui spicca un esemplare di Wollemia nobilis, conifera della famiglia Araucariaceae conosciuta allo stato fossile e solo di recente scoperta come relitto vivente”.  Info: www.ambog.org/

Orto Botanico di Palermo – “Il più tropicale giardino botanico d’Europa”: è con questa definizione che Raimondo ci presenta l’Orto di Palermo, nato fra il 1789 e il 1795, ben prima dell’Università cittadina di cui oggi fa parte. Esteso per circa 10 ettari, ospita oltre 12mila piante suddivise in 9 strutture ed ecosistemi. Per secoli è stato un punto di riferimento per gli orti nordeuropei, che grazie al clima favorevole decisero di trasferire qui molte specie di piante allora sconosciute. Il botanico suggerisce di iniziare la visita partendo “dalle varie specie di alberi coltivati, fra cui spicca il grande Ficus (F. macrophylla subsp. Columnaris), e seguire il viale Antonino De Leo, fiancheggiato da alberi sudamericani del genere Ceiba, dal tronco rigonfio e spinoso come i rami, e dalle magnifiche variopinte fioriture. Molto interessanti sono le collezioni – in vaso e in piena terra – di succulente, bambù, palme, cycadali, agrumi, cipressi, igrofite come il papiro egiziano, e varie idrofite, quest’ultime in parte ospitate nel magnifico aquarium del 1796”. Info: www.ortobotanico.unipa.it/ (fonte Ansa)