I Vini di Indovino: il sommelier recensisce il Greco di Tufo che non scende a compromessi

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Greco di Tufo DOCG, Rieci, Ducato di Chianche, 2015
Ducato di Chianche nasce dalla passione per il vino di due grandi professionisti, Antonio Iannuzzi e Filippo Cannata: l’uno Ingegnere Elettronico, esperto in analisi ed intelligenza artificiale, l’altro tra i più famosi Light Designer al mondo. Li accomuna l’idea di valorizzare il territorio e le sue tradizioni, grazie alla quale è nata una grande amicizia e, dal 2006, questa avventura nel mondo del vino. Quest’oggi vi parlo del loro del loro Greco di Tufo Rieci targato 2015. Il nome è l’espressione dialettale con cui viene chiamata la sorgente Greci che attraversa Chianche, e la tradizione vuole che i chianchesi siano molto longevi perché bevono quest’acqua. Si tratta di un Cru, da un vigneto che si articola su 3 pendenze diverse e con altrettante esposizioni e variazioni orografiche, condotto rigorosamente in regime biologico. L’enologo Sergio Pappalardo è il “Duke”, il “padrone” assoluto della cantina, in cui pressa i grappoli di Greco interi, separandoli poi dalle parti solide per flottazione, ed avviando la fermentazione a temperatura controllata in tini di acciaio, dove il vino resta a maturare per 9 mesi prima dell’imbottigliamento. Alla vista si tinge di un lucente giallo che vira verso l’oro, molto composto nelle roteazioni del calice, facendo presagire una struttura di tutto rispetto. Al naso è esplosivo, ricco, si susseguono profumi di resina e di idrocarburi, poi anice ed erbe aromatiche, arancia amara ed albicocca mature. Il sorso è caldo, pieno ed avvolgente, perfettamente bilanciato da una grandissima freschezza ed una sapiditá che a tratti sembra prendere il sopravvento, accompagnandolo in un allungo in cui si ripete, con perfetta rispondenza, il completo quadro aromatico. Un vino che ha stoffa e carattere da vendere, che trasmette luce, vitalità ed espressività, delineando un profilo ricco di sfaccettature ed armonioso: concetti molto cari a Filippo ed Antonio. Personalmente lo berrei in un ampio calice a 10°C, abbinandolo a del Vitello tonnato.  RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina