Maxi frode fiscale per pagare la feste della prima comunione ai figli

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Una maxi frode fiscale messa in atto anche ‘grazie’ ad un ‘esercito’ di prestanomi  reclutati tra persone indigenti: uomini e donne che accettavano soldi per figurare come amministratori di società costituite ad hoc anche per pagare le spese per la prima comunione dei figli. E’ quanto ha scoperto la Guardia di Finanza di Napoli all’esito di una articolata indagine coordinata da Vincenzo Piscitelli – Procuratore Aggiunto presso la Procura della Repubblica di Napoli – Sezione Criminalità Economica, e dal sostituto procuratore Roberta Simeone. I militari del Nucleo diPolizia Economico-Finanziaria hanno, nel dettaglio, eseguito un’ordinanza di applicazione di misure cautelari reali, per la complessiva somma di euro 4.634.174 quale profitto illecito di una maxi frode fiscale perpetrata nel commercio dei polimeri ed in quello dei pellet. Trentuno le perquisizioni fatte in tutta Italia: portata allo scoperto una vera e propria associazione per delinquere, con base nella provincia di Napoli,  Roma e Milano, finalizzata all’evasione tributaria attraverso il meccanismo della cosiddetta “frode carosello”. L’architettura fraudolenta ideata dal gruppo prevedeva la produzione di un vorticoso giro di fatture per operazioni soggettivamente inesistenti, per un importo di 21.064.427 di euro, attraverso una filiera di società missing traders ovvero buffers costituite ad hoc, legalmente amministrate da soggetti risultati dei meri “prestanome”. In tal modo, il meccanismo illecito ha permesso di costituire un monte merci a prezzi concorrenziali rispetto a quelli di mercato, da commercializzare nel territorio nazionale “sottocosto” attraverso fatture intestate a società “missing traders”.