Venerdì 9 a Villa Palmentiello il tartufo protagonista dei piatti della cuoca Cannavacciuolo

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Ciro Polese con la madre, la chef Maria Consiglia Cannavacciuolo

Brutto ma gustoso. Il tartufo, un tubero che cresce in particolari condizioni climatiche, nonostante abbia un aspetto non invitate ha molti estimatori. Tanto da essere considerato un cibo d’èlite. Un alimento gourmet per palati sopraffini. La ragione un pò sta nel costo, soprattutto di quello bianco che arriva a cifre esorbitanti, anche a 10mila euro al chilo, e un pò sta nel gusto particolare che sa di terra umida e gas. Quindi solo abbinandolo ai giusti piatti( generalmente si usa grattugiato) i buongustai ne possono apprezzare il sapore e soprattutto il profumo. Anche Ciro Polese, patron della struttura agrituristica Villa Palmentiello delle colline di Sant’Antonio Abate, da piccolo si rimase impressionato dalla forma e dall’odore pensando che nessuno avrebbe mai mangiato una cosa cosi strana e bitorzolosa. In effetti la forma del tubero e l’impatto al naso lasciano perplesso chi non lo ha mai assaggiato. A Polese il dubbio lo tolse la madre, l’attuale cuoca della struttura,  che gli preparò un uovo ad occhio di bue e grattugiò sopra un pò di tartufo nero dei boschi dei Monti lattari donando al piatto un profumo unico. Da allora il tartufo è entrato nella vita di Ciro Polese e poi nei menù della sua panoramica struttura. E come ogni anno anche venerdì 9 novembre dedicherà un’intera cena a questo rinomato figlio del sottobosco. La cuoca Maria Consiglia Cannavacciuolo preparerà un intero menù dedicato al tartufo che vedrà il classico tagliolino, fatto in casa, al burro e tartufo e l’uovo (quello delle galline dalla loro fattoria) impreziosito dal profumo del tubero. Nel menù a prezzo fisso sono previsti in abbinamento, ai piatti, i vini dell’eccellenza campana e italiana.