Il gusto di Cava de’ Tirreni da Don Giulio e Masaniello

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Nella foto da sinistra il pizzaiolo Pasquale Mannara, il maitre Vincenzo Salvatore, lo chef Gennaro Di Rosa ed il suo aiuto Giovanni Mercurio

In un antico palazzo del borgo scacciaventi le invitanti proposte della cucina del territorio

La pizza al baccalà con pomodorini gialli e cipolla apre subito una finestra sul panorama delle proposte enogastronimche. Ma anche sull’idea di stagionalità e di territorio. Soprattutto apre orizzonti nuovi sulla sinergia tra forno e cucina, tra pizzaiolo e chef. Si perché la pizza al baccalà che propongono al ristorante pizzeria “Don Giulio e Masaniello” di Cava de’Tirreni è frutto della bravura del maestro pizzaiolo Pasquale Mannara che impasta farine macinate a freddo e fa lievitare l’impasto oltre 24ore. Ma è frutto anche della lunga esperienza dello chef Gennaro Di Rosa che dirige i fornelli del neonato ristorante, che si trova sotto i portici di Corso Vittorio Emanuele. Infatti il baccalà prima di diventare farcitura della pizza viene spadellato con le cipolle dallo chef. Il forno a legna è il regno di Mannara che anche grazie alla sua storia personale e familiare (il padre è stato uno dei primi maestri pizzaioli di prestigio della città) riesce ad essere l’altra faccia del locale con una carrellata di proposte classiche e pizze inedite come la Masaniello o quella al baccalà. Poi c’è la cucina diretta  dallo chef Di Rosa, aiutato da Giovanni Mercurio, che riesce a rispecchiare l’anima più golosa della città metelliana. Il menù che segue il ritmo delle stagioni in questi giorni vede trionfare sui tavoli i prodotti invernali dell’entroterra campano e dell’agro nocerino sarnese che con le sue bontà imprime un identità ben precisa alla cucina di questo ristorante ed alla città in generale. Per cui in questo periodo è piacevole imbattersi in piatti come il “Carpaccio di manzetta beneventana con radicchio alla brace e burrata” o nel “Tagliere di formaggi e salumi paesani accompagnati dalla marmellata di arance”. Ma in questo locale dalla cucina accattivante e mai banale è possibile trovare anche piatti di pesce che si ispirano alla tradizione marinara della costiera amalfitana come i “Totani ripieni di patate con cicoria e scarole”. I primi, che ben si addicono al clima rigido, vanno dalle “Candele con genovese di bue grasso” al “Risotto salsiccia e friarielli”, passando per il profumo del mare degli “Spaghettoni di Gragnano con gamberi rossi”. Ci sono anche primi che guardano, con successo, interamente all’orto come la “Crema di zucca con polpette di spinaci”. Anche i secondi esprimono al meglio la cucina del territorio con piatti come il “Polletto ruspante con patate e cipollotto nocerino” o con la “Guancia di vitello al Taurasi con porcini” Oltre ovviamente a tanti classici di mare e carne alla brace i cui tagli vengono aggiornati settimanalmente nel menù. Insomma una realtà che offre un interessante spaccato della cucina regionale anche grazie all’attento servizio in sala curato dal maitre Vincenzo Salvatore che governa un’essenziale ma gradevole carta dei vini e consiglia con competenza e professionalità dall’antipasto fino ai dessert. Dolci tra cui spicca una buona delizia all’arancio ed una casalinga crostata di agrumi con la marmellata preparata dallo stesso chef con le arance del giardino della struttura. Un bel giardino tipico degli antichi palazzi padronali che d’estate diventa sede di aperitivi all’aperto e piccole ma gustose cerimonie.

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