La donna che inventò i baci Perugina

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negli anni venti Luisa Spagnoli crea il bon bon diventato  simbolo della festa degli innamorati

Solo otto ingredienti per creare una delle dolcezze più longeve ed amate della tradizione pasticcera del Bel Paese. Una bontà entrata a pieno titolo nella storia del costume nazionale, sia sul versante strettamente gastronomico, cioè quello del gusto, e sia sul versante sociale con i suoi bigliettini d’amore ed il suo utilizzo, come regalo, in date ben specifiche tanto da essere indentificata con esse. Non c’è infatti festa degli innamorati senza baci Perugina. Anche con il più costoso dei regali, ogni fidanzato completa sempre gli auguri con una confezione di essi. Eppure i soli otto ingredienti, come recita con orgoglio, il sito ufficiale dell’azienda che produce i baci Perugina sono stati messi insieme per caso da Luisa Spagnoli che lavorava nel laboratorio artigianale del marito Annibale, socio di Giovanni Buitoni. Allora Luisa Spagnoli, siamo negli anni venti, per recuperare la granella di nocciola che avanzava dalle altre lavorazioni pensò di impastarla con il gianduia e formare dei piccoli cioccolatini, di forma tondeggiante irregolare, ricoperti di cioccolato fondente e con una nocciola sopra che alla Spagnoli ricordava la nocca di una mano chiusa a pugno. Da qui il primo nome di “cazzotto” che la geniale intuizione del socio Buitoni trasformò in bacio ed il lungimirante direttore artistico Federico Seneca confezionò ispirandosi, per le scatole, al famoso dipinto di Francesco Hayez, il bacio.  Da quel momento parte il camminino di quello che sembra un semplice e gustoso bon bon;  ma che invece diventerà un icona simbolo delle cose più buone nate in Italia. Un successo planetario che lo proietterà in un futuro che dura ancora oggi con la produzione di centinaia di milioni di pezzi accompagnati da uno slogan “Chi ama, baci” che lo lega indissolubilmente agli innamorati ed alla loro festa che si celebra il 14 febbraio con San Valentino. E la ragione, più intima, per cui a distanza di circa un secolo dalla sua nascita resta ancora una bontà così diffusa e popolare ha sicuramente a che fare con il carattere dei suoi creatori e primi produttori. Grandi imprenditori, con un grande cuore, lontani mille miglia dalla mentalità del capitalismo selvaggio che guarda solo agli utili. Luisa Spagnoli in particolare ha dato un impronta carica di umanità ad ogni suo progetto, anche a quello sartoriale che prevedeva la produzione di lana d’angora senza scuoiare i conigli ma semplicemente pettinandoli. Una mentalità all’avanguardia che ha favorita la nascita, in quell’epoca di miseria, dei primi asili nido o della costruzione delle case per gli operai che lavoravano nelle fabbriche Perugina. Insomma un modo di essere e di fare che si ritrova in quella ricetta cha ha dato i natali al bacio più dolce e famoso del mondo. Cacao puro, nocciole, vaniglia, burro di cacao, latte, zucchero e aromi naturali, impastati quasi per caso; ma con l’istinto di chi sapeva che il mondo ha disperatamente bisogno di dolcezza. Un bisogno che si rinnova con la festa degli innamorati e con il morso goloso su quel pugno che ha saputo trasformarsi in bacio.