La Pasqua in costiera raccontata dallo chef Giosuè Maresca de La Lanterna di Sorrento

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gli chef Giosuè e Vincenzo Maresca con Ugo Fiorentino cassiere storico della Lanterna

Il periodo delle ricorrenze pasquali è forse quello che più di tutti, fra le festività, fa emergere l’anima contadina e devota della costiera sorrentina. I lunghi e sentiti periodi di preparazione, delle confraternite religiose,

Vincenzo Maresca, Giosuè Maresca, Salvatore Desiderio, Gennaro Vingiano, Alfredo Tofani, Giovanni Aprea.

alle processioni che scandiscono il ritmo di tutta la settimana santa, la dice lunga sulle profondità delle radici di queste antiche tradizioni. Tradizioni che attraversano tutta la società civile della penisola, sia in termini generazionali che di classi e la uniscono attorno ai riti religiosi. Ma la uniscono anche attorno alla tavola di Pasqua che qui suona con qualche nota diversa rispetto al coro dei piatti classici regionali. A raccontare il gusto della Pasqua in costiera è uno chef d’eccezione. Uno di quelli nati qui e dopo un po di esperienze formative all’estero è tornato per restarci e diventare uno di quei chef che stanno riscrivendo la storia della cucina sorrentina. Giosuè Maresca è il primo chef della Lanterna, ristorante storico del centro antico di Sorrento gestito da decenni con grande professionalità da Sergio Tofani, attualmente affiancato dal figlio Alfredo. Ed è in questa cucina, aiutato da Vincenzo Maresca, Gennaro Vingiano, Giovanni Aprea  e dal bravo pizzaiolo Eugenio Petrov, che lo chef Maresca sta

Antonino Ercolano

immaginando il menù di Pasqua e di lunedì in Albis che fa delle gite fuori porta una golosa occasione di grandi tavolate. Maresca parte dai ricordi familiari e dall’immancabile “benedetto pasquale” un brodetto di pollo dove  a fine cottura il pollo viene sminuzzato a filetti e con l’aggiunta di uova diventa una stracciatella. Un piatto nato tra i contadini delle colline vicane che sopravvive con orgoglio alla modernità ed alle mode. Ma da queste parti come spiega bene Maresca vi sono altre pietanze che hanno pochi eguali nel resto dell’Italia, come ad esempio il Casatiello dolce. Per il resto la girandola degli ingredienti che fanno ricca la tavola pasquale è la stessa di quella dell’intera Campania. Fave, Ricotta salata, Carciofi, Capretto, Piselli, Affettati paesani, Casatiello e Pastiera sono gli elementi a cui attinge lo chef Maresca per preparare i suoi piatti che ben descrivono queste festività in penisola. E’ così che la brigata di sala composta da Salvatore Desiderio, Antonino Ercolano, Gaspare Gaeta, Alfonso Aiello, Ciro Di Martino ed dallo storico cassiere del locale Ugo Fiorentino

Tiramisù a tre consistenze

, porta in tavola il Tagliolino all’uovo con fave, pancetta, cipollotto novello e caciotta salata, oppure il Risotto ai piselli con ricciola marinata al limone, o la Lasagna bianca con carciofi, salsiccia, e provola affumicata, i Carciofi a carpaccio, dorati e fritti ed alla brace, o ancora l’Agnello al forno con patate novelle e Capretto alla brace. Mentre il Casatiello rustico sarà presente tagliato a fette nel cestino dei pani. Per dolci ci pensano i pasticceri Raffaele D’Urso ed il giovane Vittorio Esposito che oltre all’immancabile Pastiera, ed all’ottimo Tiramisù alle tre consistenze, proporranno la loro Colomba pasquale.

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