L’arte vicana dell’impasto alla pizzeria Da Franco

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Nel 2024 la pizzeria Da Franco di Vico Equense raggiungerà il traguardo dei 50anni di attività e se sommiamo anche quelli del forno gestito dal padre Aniello e dal nonno di Franco, ben si capiscono le ragioni di

Nella foto Franco Savarese con i figlio Nello e Rosario all’inaugurazione dell’ultimo locale di famiglia

tanto successo di pubblico e di critica. Perché è oltre un secolo che la famiglia Savarese ha le mani in pasta e sono oltre 50anni che sforna bontà a qualsiasi ora del giorno entrando, così, a pieno titolo nella storia gastronomica della costiera sorrentina e della Campania. In questo ultimo secolo la pizza vicana si è fatta notare con prepotenza, affacciandosi sulla scena internazionale come una bontà made in Italy; ma, allo stesso tempo, come una pizza uguale solo a se stessa: lontana dalla cugina partenopea; ma diversa anche da quella gragnanese o dei comuni dei Monti Lattari. Anche se condivide, con esse, lo stesso destino di essere nata nei forni dei panettieri e non dei pizzaioli come quella di Napoli. Non ha caso all’inizio dell’attività dei Savarese gli impasti erano dedicati per lo più al pane casereccio, alle freselle, quelle della doppia cottura ed ai biscotti; mentre la pizza, rigorosamente al taglio, aveva solamente un angoletto ad appannaggio di pochi estimatori dello street food. Anche perché allora molte case contadine e non, avevano il forno per il pane dove ciclicamente si infornava qualche teglia di pizza farcita con olio, pomodoro e origano. Solo con il cambiamento dei costumi sociali che hanno portato sempre più persone a mangiare fuori casa e con l’arrivo del turismo di massa anche in costiera, lo storico forno Da Franco si trasformerà in una sosta obbligata per degustare particolare ed unici tranci di pizza vicana farcita dei tanti prodotti di eccellenza che questa terra offre.

il maestro pizzaiolo Anillo Terminiello con il suo aiuto Giovanni De gennaro ed il patron Rosario

E’ così che con il cambio sede, ma sempre sul Corso Filangieri di Vico, che inizia l’attività di vera pizzeria con tanto di tavoli e personale di sala. Anche se la produzione del pane, focacce, pani insaporiti ai salumi o alle olive, freselle, biscotti, pastiere e casatielli pasquali è sempre continuata in simbiosi con le decine di gusti delle pizze esposte nelle stesse vetrine. Vetrine che storicamente fanno da contr’altare ad un soffitto pieno zeppo di prosciutti crudi di gran qualità che vengono consumati nei taglieri di salumi e formaggi proposti nel menù o sulle pizze. Poi con il tempo sono arrivati a dare man forte i figli Nello e Rosario che sulle orme paterne, nel 1994, hanno pensato di raddoppiare a Sorrento con l’apertura di una sede sul Corso Italia che duplica perfettamente l’offerta gastronomica di quella di Vico. Infine l’ultima apertura a Sorrento, circa un anno fa, in via Fuorimura, con un locale che ha abbandonato lo stile rustico degli altri due per immergersi in un atmosfera più metropolitana ed internazionale. Qui c’è spazio per una fantasiosa offerta di fritti che vanno dalla popolare montanara condita con il sugo, fino alle mozzarelle in carrozza, crocchè o carciofi in pastella. Però la filosofia al forno delle pizze resta la stessa. Quella di sempre. Quella nata dal nonno fornaio che ben sapeva che la pizza come il pane sono di farina di grano, quel grano simbolo di tutta la civiltà mediterranea.

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