A Napoli le mamme protestano anche oggi per la chiusura delle scuole in Campania

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foto ansa

Ci sono bambini con lo scudo di Capitan America, altri con i gessetti colorati e scrivono sui blocchi di cemento posti davanti all’ingresso di palazzo Santa Lucia, a Napoli, sede della Regione Campania.Tutti hanno la mascherina, nonostante in molti siano al di sotto dei 6 anni e ‘accompagnano’ i propri genitori nel secondo giorno di protesta contro l’ordinanza del governatore Vincenzo De Luca che chiude le scuole fino al 30 ottobre.
Non ci sono solo mamme e papà, ci sono anche insegnanti, esperti che tengono laboratori nelle scuole, ci sono gli autisti degli scuolabus che chiedono misure di sostegno economico.  “Ridateci la scuola”, dicono in coro i manifestanti, che con sé hanno uno striscione con la scritta “La scuola non è un virus”. “Ci preme dire, dopo la diretta Fb di ieri di De Luca che non siamo qui perché sottovalutiamo il rischio – ha detto Maria Carmen, mamma di Alfonso – ma per denunciare che in sette mesi non ha fatto nulla e se la prende con le scuole chiudendole”. Sandra Forte è un’insegnante e una madre, in protesta, oggi, in questa doppia veste. “Anche i medici lo hanno detto che il contagio avviene fuori scuola e non dentro – ha sottolineato – La scuola deve essere riaperta, come insegnante so bene che con la didattica a distanza i ragazzi non riescono a mantenere l’attenzione così come quando siamo in classe”.  Stefano Nicoletti è il papà di Elisabetta e Anna, 8 e 9 anni. Tutta la famiglia è arrivata al presidio. “Noi chiediamo il ritiro del provvedimento – ha spiegato – perché lede il diritto allo studio, che viene completamente calpestato dall’ordinanza di De Luca”. “Oggi si consente il campionato, a Napoli c’è la partita, allo stadio ci sono mille persone – ha aggiunto – e il problema sarebbero le scuole che sono controllate?”. Tra i manifestanti, c’è anche una insegnante di Arte e immagini della scuola media Fiorelli. “Abbiamo sdoppiato le classi – ha fatto sapere – per fare in modo che ci fosse tutta la distanza dovuta tra i ragazzi ai quali viene misurata la temperatura prima di entrare. Sono contraria alla chiusura, la richiesta è di riaprire subito”.