Le ragioni della riforma della Giustizia: incontro sulla separazione delle carriere in Fondazione Banco Napoli

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Il 7 novembre il Palazzo Ricca ospita il confronto tra accademici, rappresentanti delle istituzioni, avvocati

Venerdì 7 novembre alle 16 a Palazzo Ricca, sede della Fondazione Banco Napoli (Via dei Tribunali, 213) è in programma l’incontro “Separare le carriere?”, confronto tra accademici, rappresentanti delle istituzioni, avvocati per discutere le motivazioni tecnico-giuridiche della riforma costituzionale per la separazione delle carriere, giudicante e requirente della magistratura, approvata definitivamente dal Parlamento. Riforma che prevede la costituzione di due CSM separati, con composizione non più elettiva, ma a sorteggio. Partecipano: Orazio Abbamonte Presidente Fondazione Banco di Napoli, Bruno D’Urso Consigliere di Amministrazione Fondazione Banco di Napoli, Giuliano Balbi Ordinario di Diritto Penale, Università Luigi Vanvitelli, Giuseppe Cioffi Magistrato Tribunale Napoli Nord, Vittorio Manes Ordinario di Diritto Penale, Università di Bologna, Antonella Meniconi Ordinaria di Storia delle Istituzioni Politiche, Università La Sapienza, Stefano Montone Avvocato, Aldo Policastro Procuratore Generale presso la Corte di Appello di Napoli, Sergio Rastrelli, Componente della Commissione Giustizia del Senato, Anna Rossomando Vice Presidente del Senato. Il Parlamento italiano ha approvato definitivamente la riforma che introduce la separazione delle carriere dei magistrati e con il via libera del Senato si sono concluse le quattro letture previste dalla Costituzione per le modifiche della Carta. Lo “scontro” si sposta ora sulla partita del referendum confermativo: sia la maggioranza che le opposizioni hanno annunciato di volerlo promuovere. Si tratterà di una consultazione in cui non c’è quorum e si svolgerà in primavera. L’articolo 104 della Costituzione prevede che “la magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere”. La riforma ne aggiunge che essa: “è composta dai magistrati della carriera giudicante e della carriera requirente”. Da qui la separazione delle carriere: ogni magistrato dovrà scegliere all’inizio della propria carriera se assumere il ruolo di giudice o quello di Pm, senza la possibilità di cambiamenti successivi.