Pompei, povertà in aumento in città: incremento del 30% di senzatetto e bisognosi

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Aumenta la povertà nella città degli scavi anche nel 2017. Il dato ce lo racconta anche il numero di bisognosi che chiedono aiuto alla mensa dei poveri. Sono oltre 100 le persone che, ogni giorno, hanno bisogno di aiuto e, soprattutto, di cibo nella città di Pompei, nota al mondo anche per la sua fama di misericordia e di fede religiosa. La mensa dei poveri si svolge egregiamente nella Casa del Pellegrino, ed è sotto la guida della dottoressa Maria Rosaria Steardo, responsabile dell’Ordine di Malta che, assieme al gruppo di volontari pompeiani gestisce la mensa dei poveri “Papa Francesco”, allestita nella Casa del Pellegrino in piazza Bartolo Longo. Un dato che non conforta affatto dal punto di vista globale, ma che non di certo fa gettare la spugna alla dottoressa Steardo e al suo gruppo di volontari, costantemente a lavoro proprio per aiutare il prossimo. Il dato di questo 2017, seppur cominciato da circa due mesi e mezzo, è comunque un dato da non sottovalutare: circa il 20% in più rispetto all’anno scorso, che ha raggiunto al massimo 90-100 persone al giorno da aiutare. A cambiare, quindi, non è soltanto il numero. Cambiano, a quanto pare, anche le categorie classiche della povertà. Famiglie con lavori precari si aggiungono a questo schema classico della povertà. Ed è probabilmente questo che mette in allarme più di tutto. Ma, oltre questo lato sfregiato del volto di una città come Pompei, c’è ancora altro. Il dato in aumento della povertà ce lo raccontano anche i numerosi casi di senzatetto che, fino ad alcuni mesi fa, sono rimasti nel silenzio ed, oggi, invece, vengono fuori sempre più. A piazza Schettini (proprio a due passi dalla piazza Bartolo Longo), oramai abbandonata a se stessa, si può assistere la sera all’aumento dei senzatetto che sfruttano i tanti stalli lasciati incustoditi da anni per trovare riparo dal freddo della notte. Stesso discorso vale anche per le vicine stazioni: quella delle Ferrovie dello Stato e quelle della Circumvesuviana. Luoghi presi d’assalto la notte anche dai senzatetto. Che la povertà fosse sempre esistita anche a Pompei era cosa ben risaputa. Ma negli ultimi mesi il dato esce allo scoperto e mostra il suo volto. Quello che era rimasto per anni e anni coperto da una maschera. Un po’ per vergogna, un po’ per resa. Lo scorso Natale 2016 raccontammo la storia di Moustafà. Giovane marocchino che aveva trovato riparo proprio in uno dei stalli di piazza Schettini. Moustafà è ancora lì, che si ripara dal freddo della notte e che tutti i giorni insegue la sua stessa vita e cerca riparo. Moustafà non è italiano e non ha il coraggio di chiedere aiuto. Ha paura di essere cacciato via. Si è creato il suo spazio. Quello “sputo” di vita che, magari, gli possa regalare qualche metro in più. Come lui, a Pompei, ce ne sono tanti. E i dati ci dicono che potrebbero aumentare ancora. Insomma, questa, è l’altra faccia della stessa medaglia di una Pompei, e di un’Italia, che resta ancora troppo nascosta nel silenzio. Quello che spesso (purtroppo), uccide.