I fagiolini lunghi protagonisti insieme alle cozze della ricetta dello chef Francesco Pucci della Taverna la Riggiola di Napoli

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Dalla periferia nord-ovest di Napoli, passando per Quarto fino al giuglianese ed a quello che rimane dell’agro aversano è tutto profondamente cambiato. Negli ultimi decenni l’agricoltura ha ceduto terreno e lavoro al terziario in una distesa sterminata di case e centri commerciali che confondono i confini dei vari comuni di quella parte della provincia. Come nelle altre metropoli del mondo, la grande urbanizzazione ha distrutto l’identità dei luoghi, i tratti specifici del territorio e la sua cultura. Creando immensi quartieri dormitorio ed una qualità della vita molto scadente, con tutti i problemi che si evidenziano in queste realtà, dalla criminalità alla disoccupazione. Ma in un passato non molto lontano queste zone esprimevano un agricoltura ricca, fatta di prodotti prelibati che parlavano attraverso il sapore unico delle pesche (percoche con il pizzo) delle albicocche, delle prugne, delle mele annurche, dell’uva che cresceva nei particolari filari posti a grande altezza tra i pioppi da cui nasce l’Asprinio, o dei rinomati conigli di fossa di cui era piena la campagna di Quarto. Un pezzo di questo mondo si è salvato grazie alla passione della famiglia Micillo che da  generazioni coltiva terra e bontà nel giuglianese. Pietro Micillo continua la tradizione, che ha visto il nonno Pietro cavaliere del lavoro, con 60 ettari di terreno dove coltiva tutti i tipici prodotti della zona e un particolare fagiolino lungo che è diventato l’ingrediente della ricetta proposta in questa pagina. Da imprenditore lungimirante Micillo ha capito l’importanza di collegare la produzione agricola alla cucina ed ha aperto nel 2017 la Taverna La Riggiola in via Satriano a Napoli. In questa scelta ha influito anche l’incontro con lo chef  Francesco Pucci che ha subito condiviso la filosofia aziendale. Pucci, di origini calabresi ha iniziato il cammino in cucina per pura passione, tanto da lasciare un lavoro sicuro ma ripetitivo per la sua indole. Quindi ha iniziato a fare esperienze in giro per l’Italia e approfondimenti sulle tecniche di cucina toccando tutti i sentieri, passando dalla tradizione al molecolare, dal crudismo al vegetariano(lo stesso Pucci è vegetariano), dal vegano alla medicina Ayurveda e alla cromo cucina. Un esperienza a tutto tondo che lo reso pronto alla sfida partenopea di far rivivere, attraverso i piatti, la cultura contadina dell’agro giuglianese. Anche la ricetta (vedi sotto) dei Vermicelli con fagiolini lunghi, cozze e pomodorini gialli del Vesuvio valorizza, con il tocco dell’azienda agricola Micillo, il gusto del mare di Napoli.

La Ricetta: vermicelli con fagiolini lunghi, cozze e pomodorini gialli del Vesuvio

Ingredienti per 4 persone: 250 gr. di vermicelli, 150 gr. di fagiolini lunghi, 500 gr. di cozze, 20 pomodorini gialli del Vesuvio, ½ bicchiere di vino bianco, 1 spicchio d’ aglio, olio extravergine di oliva e sale q.b.

Procedimento: pulire i fagiolini delle parti finali e cuocere in acqua salata che bolle. A cottura ultimata colare. A parte in una padella aprire le cozze nell’olio e aglio caldi sfumando con il vino. Quindi togliere le cozze dal guscio e filtrare il sugo. Tagliare i pomodorini a metà e farli appassire in una padella con l’olio. Nel frattempo cuocere la pasta in abbondante acqua salata. Colare al dente e mettere la pasta nella padella del sugo delle cozze per completare la cottura, aggiungendo i fagiolini ed i pomodorini.