Sanità penitenziaria, Beneduce: non garantito il diritto alla salute dei detenuti

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“A distanza di 10 anni dal passaggio di competenza della medicina penitenziaria dallo Stato alle Regioni, siamo ancora lontani dal garantire il diritto di salute delle persone detenute. La riforma ha pesato sulle spalle già fragili della sanità regionale e dei suoi bilanci. Ma a pesare ancora di più c’è stata una programmazione a macchia di leopardo che pone molti interrogativi sull’effettivo utilizzo dei fondi destinati dal Fondo Sanitario Nazionale alla sanità penitenziaria”. Lo ha dichiarato Flora Beneduce, consigliere regionale di Forza Italia e segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale della Campania, tra gli organizzatori del Focus sulla sanità penitenziaria. “I tempi di risposta ai bisogni di salute dei detenuti sono lunghi e gestiti con aggravi di spesa che il sistema sanitario regionale non può sopportare – ha sottolineato nel suo intervento la Beneduce – la lungaggine delle procedure di traduzione dei detenuti presso i luoghi di cura e le liste d’attesa rendono l’assistenza pressoché nulla ma molto costosa”. “I detenuti vanno curati in carcere – ha aggiunto la consigliera – utilizzando strumenti idonei a garantire la continuità terapeutica e la rapidità degli interventi. Tra questi, priorità assoluta va data all’istituzione del Fascicolo Sanitario Elettronico, all’utilizzo di tac mobili, e alla somministrazione di vaccinazioni per le patologie più a rischio”. In chiusura del suo intervento Beneduce ha rimarcato che “il tema centrale è la corretta programmazione della spesa sanitaria per evitare gli sprechi. Le risorse finanziarie, se mal gestite, compromettono un sistema molto complesso e delicato: su questo punto mi riservo un approfondimento con le strutture competenti”.