ESERCIZIO FISICO “LA CONDICIO SINE QUA NON” DI BENESSERE E SALUTE.  L’INTERVISTA AL DOTTOR CIRO ROTA.

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Sono numerosissimi gli studi scientifici che comprovano i benefici dell’esercizio fisico per la salute. Ne abbiamo parlato con il dott. Ciro Rota, docente dell’Università Telematica Pegaso in Benessere e Antiaging, trasformando una intervista in un approfondimento ricco di nozioni interessanti.

Professor Rota, quale è il legame tra esercizio fisico e salute?

L’attività fisica, se praticata in modo regolare, favorisce la corretta funzionalità dei nostri organi e incide in modo significativo sulla qualità della vita, sullo stato di salute e sul benessere globale della persona. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS – World Health Organization, WHO in inglese) la mancanza di attività fisica è “il quarto fattore mondiale di rischio di mortalità”.

In questo particolare momento storico, quale pericolo si annida dietro la chiusura forzata di palestre e centri sportivi?

Il pericolo è elevatissimo, perché fare attività fisica in un luogo ove vi sono operatori sportivi professionisti, consente lo svolgimento di una pratica sicura e controllata, che determina un reale miglioramento del benessere psicofisico ed una ottimizzazione della salute, fattori rilevanti, soprattutto in un momento di restrizioni  fisiche,  come questo che stiamo attraversando.

 

Quale è la marcia in più di un allenamento fatto presso un centro sportivo?

 

In palestra si ha la possibilità di essere seguiti, monitorati, di godere della disponibilità di ampie attrezzature, ma soprattutto di essere motivati. Gli atleti che frequentano le palestre rappresentano solo il 3% degli iscritti, questo vuol dire che la restante parte è costituita da persone che non hanno affinità con lo sport e l’attività fisica e che quindi necessitano di essere spronati ad una costante e regolare attività motoria.

 

Come dovrebbe operare un paese per mirare al benessere dei propri cittadini?

 

Attraverso la sensibilizzazione e la promozione dell’attività motoria che, da una parte, soddisfarebbe il benessere dei cittadini, dall’altra consentirebbe l’abbattimento dei costi della sanità pubblica, prevenendo le principali cause di cura e di morbidità.

 

Quali sono le patologie più frequentemente legate alla mancanza di attività fisica?

 

L’elenco è numeroso. Infarto del miocardio, ipertensione arteriosa, patologie cardiovascolari, diabete mellito di tipo 2, sindrome metabolica, dislipidemie, patologie muscolo scheletriche etc.

Tra queste le più insidiose sono le malattie croniche non trasmissibili, le cosiddette patologie del benessere derivanti dall’ adozione di stili di vita non corretti, tra cui l’inattività fisica.

 

Fattore essenziale in ogni attività è l’equilibrio, ma a cosa, in termini di attività fisica, ogni individuo non dovrebbe mai rinunciare?

 

Alla costanza. Con il termine di attività fisica non si deve intendere necessariamente la pratica di uno sport o l’effettuazione di faticosi allenamenti, ma un’attività moderata alla portata di tutti, purché costantemente ripetuta; almeno 150 minuti alla settimana diminuiscono del 20-30% il rischio di mortalità per tutte le cause (OMS 2010).

Dunque, la promozione dell’attività fisica è un’azione di sanità pubblica prioritaria?

Lo è senz’altro, per questo è necessario predisporre un percorso educativo,  attraverso la conoscenza  di approcci informativi, basati sulla produzione di informazioni finalizzate; attraverso la modifica dei comportamenti,  finalizzati alla modificazione di stili di vita errati;  attraverso l’acquisizione/rafforzamento di competenze; attraverso il coinvolgimento sociale  di  approcci ambientali, con interventi che facilitino la pratica e la diffusione dell’attività motoria.