Da Lucignolo a Boscotrecase il lato gourmet della pizza

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lucignolo

Al ristorane pizzeria “Lucignolo” di via Panoramica a Boscotrecase fanno le cose per bene. Niente è lasciato al caso. Del resto è un posto speciale. A cominciare dal fatto che Giacomo Prisco, uno dei componenti della famiglia che gestisce il locale, è un barman di fama internazionale con un terzo posto all’ultimo campionato del mondo di cocktail. E (a parte l’angolo bar da visitare con la giusta soggezione di come quando si ha di fronte un tempio del buon bere e magari assaggiare un particolare drink) tutto parla il linguaggio della qualità. A partire dall’ingrediente principe: la farina. Qui la farina è quella ammiraglia  del gruppo Quaglia, la farina “Petra” macinata a pietra, impastata a mano e dopo una lunga, lunghissima, lievitazione, diventa la base delle tante delizie che arrivano dal forno, pane in primis che viene preparato ogni santo giorno. Poi c’è la scelta degli ingredienti che vanno ad impreziosire le varie pizze. Ed infine, ma non è un trascurabile elemento, c’è un bravo maestro pizzaiolo, Antonio Ascione, che sa dialogare con impasto e forno da gran professionista. I prodotti hanno l’anima campana ed il gusto tutto mediterraneo delle bontà d’eccellenza che nascono o si lavorano nella nostra terra. Nomi accompagnati dalla Dop o dalla storia di un agricoltura di qualità danno il sapore alle pizze imprimendogli il marchio gourmet. I pomodori napoletani resuscitati dall’azienda che li produce con il nome di  “Miracolo di San Gennaro”, i San Marzano, i Pomodorini del Piennolo che si producono sul Vesuvio, a pochi metri dal locale, e quelli di Corbara formano il rosso delle pizze. Mentre il fior di latte di Agerola, la Provola di Agerola e la mozzarella di bufala campana sono il tocco bianco di esse. Altri ingredienti di qualità sono le alici di Cetara, i funghi porcini, salmone affumicato, la vellutata di zucca, il bacon e l’immancabile basilico dell’orto di casa. Poi per tutte c’è l’olio extravergine di oliva della Dop Colline Salernitane. Questi sono i personaggi che il pizzaiolo Ascione, aiutato dal giovane Giovanni Prisco, mette in scena alternando colori, sapori e profumi. E’ cosi che nascono le pizze come la Margherita con San Marzano e mozzarella di bufala, o quella con vellutata di zucca, crema di funghi porcini, provola di Agerola, bacon e granella di nocciole, la Cetarese con alici pomodori del Piennolo, mozzarella di bufala e pepe rosa o ancora la Cheffona con fior di latte di Agerola e salmone affumicato. Gli sfizi prima della pizza arrivano dalla cucina governata da mamma Patrizia aiutata dal giovanissimo chef Gaetano Mignogna che seguendo la filosofia impostata per le pizze propone piatti dal gusto pulito e schietto preparati con gli stessi ingredienti. Ed ecco il crocchè gigante ripieno di pancetta e provola di Agerola, il Cuoppo di frittura all’italiana con le verdure in tempura, la crosta di mais e formaggio con pomodorini, rucola e bacon. Ci sono anche primi piatti come le Linguine alla Cetarese con il rinomato tonno, gli Spaghetti con i pomodorini di Corbara o i Mezzi paccheri con funghi porcini, noci e mela verde. Ma Lucignolo è anche braceria dove viene arrostita  esclusivamente carne di manzo irlandese. Chiudono il menù alcuni dolci dello chef e la buona la lista delle birre artigianali. Insomma una bella realtà, un posto speciale creato da Nino Prisco che ha saputo coinvolgere tutta la famiglia in un avventura di successo. Un successo dovuto soprattutto alla particolare offerta gastronomica che si ricorda con piacere.

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