Sarnese – sarnesi, amore finito?

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Nei giorni scorsi è salita alla ribalta la notizia di una lettera scritta dal dottor Francesco Origo, presidente della S.S.D. Polisportiva Sarnese Calcio 1926, indirizzata all’amministrazione comunale guidata dal sindaco Giuseppe Canfora. Contenuto della missiva è l’accusa della scarsa partecipazione dell’intera città di Sarno alle attività della suddetta Polisportiva e dell’inagibilità della tribuna dello stadio Felice Squitieri, per cui richiede il rilascio del nulla osta allo spostamento della sede legale della società dal Comune di Sarno ad altro Comune da individuare, con il fine di disputare le gare interne altrove. Le voci di questa notizia si sono sparse velocemente in città e per evitare il diffondersi di ulteriori polemiche, e per fare maggiore chiarezza sulla vicenda ci siamo rivolti direttamente al suo mittente, il presidente della Sarnese, Francesco Origo:
La Sarnese sta disputando un ottimo campionato e così anche la formazione juniores e quella allievi. C’è anche da dire che un tempo, oltre i tifosi, anche chi si limitava a simpatizzare per i colori granata si recava allo stadio ad assistere allo spettacolo. Oggi si è persa la passione?
“Da parte della città, nonostante i buoni risultati sportivi, indubbiamente, c’è una scarsissima partecipazione agli eventi delle partite. Questo fenomeno si è diffuso sempre di più nel corso degli anni per quanto riguarda il calcio in generale anche a causa della diffusione della televisione, mentre prima per assistere ad una partita dovevi necessariamente recarti allo stadio. Questa scarsa partecipazione incide sull’aspetto economico poiché l’unica fonte di entrate per una società sportiva sono i biglietti venduti la domenica e questo chiaramente ci penalizza molto, e su quello motivazionale perché chiaramente una squadra di ragazzi giovani che si allenano duramente per tutta la settimana, si sentono poco sostenuti la domenica in campo e questo è deprimente perché la spinta che può dare la tifoseria alla squadra in casa, venendo considerata solitamente come il dodicesimo uomo, risulta determinante per il buon esito del risultato finale. Nel nostro caso l’arma in più a disposizione nelle partite interne è il campo realizzato in erba sintetica, che ci permette di sfruttare l’elemento velocità che caratterizza il nostro gioco, oltre al fatto che le avversarie del girone sono abituate a giocare in campi in erba naturale e quando vengono allo Squitieri vanno un po’ in difficoltà, come dimostrano le statistiche delle partite disputate in casa rispetto a quelle giocate in trasferta.”
Crede che questa situazione possa distrarre i calciatori e influenzare il cammino in questi ultimi due mesi di campionato?
“Si è montata una storia eccessiva per quello che è la realtà dei fatti. Credo innanzitutto che i giocatori non ne sappiano nulla di questa storia e di conseguenza non ne possono essere influenzati. Questa vicenda è stata montata ad arte da qualcuno che voleva amplificare la situazione. Ho soltanto incontrato il sindaco dicendogli che se la situazione persiste, ovvero la poca partecipazione nonostante il lavoro settimanale,al di là del riscontro economico, è deleteria per l’immagine dell’intera città. Per quanto riguarda la questione tribuna, in ristrutturazione da luglio, non essendo aperta, parecchi non si recano allo stadio perché il settore distinti sicuramente è meno accogliente e la visibilità è più scarsa. Si spera che magari con la fine dei lavori, che da dicembre sono interrotti per motivi ancora ignoti, possa essere pronta per l’inizio della prossima stagione e di conseguenza possa esserci maggiore partecipazione.”
Il nulla osta richiesto per il trasferimento della sede come viene interpretato dall’amministrazione Canfora?
“La richiesta non è stato un atto provocatorio ma un atto formale e tecnico che andava fatto. Nel momento in cui ci rendiamo conto che all’inizio della prossima stagione la situazione resta invariata senza nessun sviluppo positivo, con la tribuna chiusa e la poca presenza allo stadio che denotano poco apprezzamento per società e squadra, verrà presa in considerazione la possibilità di valutare soluzioni alternative, come spostarsi altrove, fermo restando che sarebbe l’ultima delle ipotesi perché la volontà e l’intenzione sono quelle comunque di rimanere.”
Quali saranno secondo lei i tempi per colmare questa distanza tra squadra e città?
“Come già detto mi auguro che l’apertura della tribuna sia determinante in questo senso. Ma mi auguro anche che le associazioni e le scuole facciano qualcosa perché la cosa più sconcertante è che allo stadio a mancare sono proprio i ragazzi, con un pubblico composto da tifosi con un’età media molto alta.”

Il presidente è sembrato ottimista per quanto riguarda il prosieguo della vicenda, sperando che la situazione possa risolversi nel migliore dei modi e nei più brevi tempi possibili. Sta di fatto che in qualunque modo finirà la vicenda, questo è un pugno nello stomaco per la città di Sarno, rea di essere indifferente nei confronti di un gruppo di ragazzi che lavora in campo, i giocatori, e nei confronti di chi siede dietro la scrivania, ricoprendo cariche societarie, e di non dare la giusta attenzione ad un movimento, quello calcistico sarnese, che dovrebbe essere motivo di grande orgoglio per la stessa città.