Tempo di gite: alla scoperta dei sapori dell’entroterra con i piatti di Cristian Torsiello dell’Osteria Arbustico

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Ci stiamo avvicinando alla Pasqua ed al periodo delle classiche gite fuori porta. Gite che poi si concludono a tavola per assaggiare i piatti tradizionali del luogo. Nella nostra regione c’è l’imbarazzo della scelta. La natura ha disegnato luoghi d’incanto (un po dappertutto) che offrono tante bontà. Ma una delle province più estese e varie, ancora da scoprire rimane quella salernitana. Dalla costa dei ciclopi fino agli Appennini che confinano con la Lucania ci sono immensi territori che sembrano nati apposta per le gite fuori porta. Uno di questi si trova a Valva  (subito dopo Contursi Terme, all’inizio dell’Ofantina che porta verso la provincia di Avellino) su una collina che sovrasta la valle del fiume Sele e dove si trova Villa d’Ayala con un parco di 18ettari considerato uno dei 7giardini più belli d’Europa. Qui si vive sospesi nel tempo. Con sotto gli occhi una delle valli più suggestive della Campania e sul tavolo l’audacia di due fratelli che sono riusciti a creare un piccolo tempio del gusto. I fratelli Torsiello da circa cinque anni hanno lanciato una sfida alle distanze e a se stessi. Un luogo tanto lontano dalle cucine blasonate della costiera, ma tanto vicino ai sapori di una gastronomia che sfiora l’eccellenza. Ai fornelli Cristian, chef cresciuto nei locali stellati di mezz’Italia. Mentre in sala il padrone è  Tomas che continua a perfezionarsi in giro per il mondo. Il locale si chiama “Osteria Arbustico” ed è un elegante casa di campagna  con vista sul paradiso. La dispensa dello chef è disseminata tutt’intorno. I formaggi di pecora o di capra che pascolano a poca distanza, la carne di agnello locale, quella di maiale paesano, le trote di fiume, il tartufo nero e gli ortaggi del posto sono gli ingredienti con cui lo chef prepara i piatti in un gioco di rimandi tra tradizione e tecnica. Un tentativo ben riuscito di mettere in tavola i sapori di quella terra in modo creativo. Ma senza eccessi, con un risultato dal sapore pulito e sincero. E’ così che nascono la “Trota marinata e affumicata con crema di cavolfiore”, le “Alici con insalata di fave, pomodorini e caciocavallo” o il “Baccalà con patate pomodori e sedano” tanto per citare alcuni antipasti. I primi, tutti con pasta fatta a mano, spaziano dai “Tortelli di agnello e crema di cipollotto” ai “Cavatelli alle rape rosse con ragù di faraona e tartufo nero di Colliano” fino agli “Gnocchi di patate, zucchine, pomodori infornati e caciotta salata”. I secondi privilegiano la carne con il “Capocollo di maiale ai peperoni”, la “Guancia di manzo brasata all’Aglianico” o le grigliate con l’agnello e la costata di pezzata nera. Anche i dolci, con il “Gelato al latte di capra cioccolato e liquirizia” o il “Cannolo con ricotta di pecora”, attingono materia prima dai pascoli. Dai verdi prati che invitano ad una gita fuori porta.

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