Biblioteca comunale di Pompei, parla l’ex pm Diego Marmo: “Ecco come andarono i fatti”

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ex Presidente dell’ Osservatorio Permanente alla Legalità di Pompei, Diego Marmo

E’ ancora mistero sul caso della biblioteca comunale L. Pepe. Lo scorso 23 dicembre 2015, la consigliera Maria Padulosi, in consiglio comunale, ha accusato l’ amministrazione di aver confermato il disinteresse verso la cultura, dal momento che erano stati detratti fondi comunali, destinati appunto alla cultura e all’ istruzione, per far fronte alle spese degli eventi natalizi. In particolare, si è fatto un gran parlare, in quest’ ultimi due mesi, del caso “biblioteca”, dopo un lungo e misterioso silenzio. Il vicesindaco Orsineri, ha tentato di correre ai ripari inviando una lettera al Vescovo Mons. Caputo, chiedendo disponibilità di uno dei locali della Diocesi per poter allestire la suddetta biblioteca. Negativi, sembrano finora, i riscontri di questo tentativo.
Anche l’ ex Presidente dell’ Osservatorio Permanente alla Legalità di Pompei, Diego Marmo, durante il suo incarico ha cercato di riportare questo pezzo mancante, ormai da circa un decennio, ai pompeiani.
“In una città che vanta gli scavi archeologici più visitati al mondo, dedussi che esistesse una biblioteca comunale. Scoprii con amarezza, invece, che la biblioteca di L. Pepe era stata chiusa , per motivi che, tutt’ oggi, sono poco chiari – afferma l’ ex pm Marmo – Cominciai le ricerche sulla biblioteca in qualità di assessore, e proseguii, queste, da presidente dell’ Osservatorio Permanente alla Legalità. Insieme all’ avv. Maria Padulosi, segretaria dell’ Osservatorio, continuai tali ricerche. Dopo svariate richieste avemmo la disponibilità di uno dei locali del Liceo E. Pascal di Pompei. Comunicammo, più volte, al sindaco Uliano e all’ amministrazione questa notizia, senza mai ricevere risposta. Solo un silenzio, che nemmeno noi riuscivamo ad interpretare con chiarezza- conclude, poi, Marmo – Davanti a questa totale forma di disinteresse (se così la vogliamo definire), mi resi conto che l’ Osservatorio alla Legalità serviva solo da strumento di visibilità, senza nessun fine utile alla città. In base a questo, mi dimisi da presidente il 31 Maggio 2015, e tramite due lettere di dimissioni cercai di far intendere le motivazioni all’ amministrazione. Dopo appena due giorni dichiarò le dimissioni anche l’ avv. Padulosi. La biblioteca è solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Potrei riassumere le mie dimissioni con un quesito: Mia incapacità o ci sono stati finti sordi?”