Pompei, malumori nella maggioranza di Uliano: nel mirino il restyling di via Messigno

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“Questa mattina, nel leggere le dichiarazioni di alcuni consiglieri di maggioranza in merito al restyling di via Messigno sono rimasto alquanto perplesso. In virtù del duplice ruolo da me rivestito, di assessore alla Viabilità e alle Finanze da un alto e vicesindaco dall’altro, ritengo opportuno fare delle precisazioni. Prima di procedere con i lavori, d’intesa con il sindaco, ho personalmente effettuato tre sopralluoghi assieme ai tecnici comunali incaricati. Prima ancora mi sono preoccupato di spostare 40mila euro in bilancio proprio per finanziare questo intervento. Si tratta di operazioni effettuate a nome dell’Amministrazione Uliano e non certo a titolo personale. D’altro canto il Sindaco rappresenta l’intera Amministrazione, giunta e consiglieri tutti e agisce in nome e per conto dell’amministrazione che rappresenta”.

A parlare è il vicesindaco Pietro Orsineri che commenta così la polemica sollevata dal gruppo di Alternativa Pompeiana in merito all’intervento in corso su via Messigno.

Una posizione, quella del numero due di Palazzo de Fusco, condivisa anche dagli altri consiglieri di maggioranza.

“È una semplice regola di democrazia, valida in ogni paese civile – commentano Sorrentino, Malafronte, Conforti, Robetti, De Martino, Del Regno e Vitulano – Ogni azione amministrativa destinata alla collettività viene eseguita in virtù del mandato elettorale che i cittadini pompeiani hanno conferito al sindaco Ferdinando Uliano e a nessun altro. Gli assessori, i consiglieri tutti fanno parte di una squadra, non giocano da battitori liberi. Per questo motivo, per questa basilare regola democratica siamo rimasti basiti dalle dichiarazioni dei consiglieri di Messigno. Se c’è qualcuno titolato a rivendicare la paternità di un’opera – qualsiasi essa sia e in qualsiasi parte della città essa venga effettuata – quello è il primo cittadino. Nessun altro. L’opera amministrativa è frutto di un lavoro corale. Nessuno può o deve mettere il cappello su nulla. La tutela dei singoli feudi a discapito della collettività non è consentita in questa amministrazione e, comunque, si tratta di una pratica medievale abolita, per fortuna, da diversi anni”.