Legambiente: Campania maglia nera per l’inquinamento

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Negativa purtroppo, la fotografia per la Campania scattata dal resoconto finale del viaggio di Goletta Verde 2016, la storica campagna estiva di Legambiente.
In Campania si registra un punto inquinato ogni 23,5 km di costa, ancora una volta sotto accusa la mancata depurazione. Dei 31 punti monitorati dal laboratorio mobile di Goletta Verde di Legambiente, il 64% è risultato inquinato o fortemente inquinato. Nel mirino ci sono sempre canali, foci di fiumi e torrenti che continuano a riversare in mare scarichi non adeguatamente depurati.
Anche sul sito del Ministero della salute i dati sulla balneazione in Campania sono una vera catastrofe visto che si legge che è balneabile solo l’81% della costa e con la provincia di Caserta che primeggia in negativo, per avere appena il 35% delle coste aperte ai bagnanti.
Anche in Costiera amalfitana la situazione non è affatto rosea osservando l’elenco dei “tratti di costa non balneabili”. Vietato farsi il bagno è ad Amalfi (585 metri), ma non viene specificato quale tratto; a Maiori, presso la foce Reginna Maior e al porto; a Minori da spiaggia Ovest a spiaggia Est Reginna Minor; a Ravello presso la spiaggia Marmorata e spiaggia del Dragone; a Cetara presso la spiaggia del porto, a Vietri sul Mare da 100 metri ovest a 100 metri est Bonea.

Tutti i tratti lungo i fiumi sono inquinati e il fatto che non ci siano depuratori, (ma solo a Positano, Amalfi, Minori, Tramonti e Vietri sul mare, ma sono sottodimensionati e mal funzionanti) depone molto male per le acque. Una situazione ben nota che in alcuni casi raggiunge record assoluti: alcuni dei punti monitorati da Legambiente risultano ormai inquinati per il settimo anno consecutivo: la foce del torrente Savone a Mondragone; la foce del Regi Lagni, lo sbocco del canale di Licola, la foce Lagno vesuviano, la foce del fiume Irno e del fiume Sarno.