Pompei, commercianti sul piede di guerra: “Città deserta”

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Commercianti sul piede di guerra. Alla centro delle polemiche ancora una volta il processo tanto contestato proprio da quest’ultimi, negli ultimi 10 anni, di “desertificazione del territorio cittadino”. L’avvento del Grande Progetto Pompei e soprattutto dell’hub ferroviario ha spianato la strada a molti commenti contrastanti tra loro. Ma, oggi, ancor di più, ad accentuare il senso di preoccupazione e di paura dei commercianti di Pompei, è il percorso dei pellegrini dirottati principalmente all’interno del Santuario della Beata Vergine del Rosario, senza lasciargli la possibilità di avventurarsi anche tra le strada del centro di Pompei. Questione assai annosa che, però, stavolta si riaccende con maggiore enfasi. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stato il divieto, delle settimane scorso, di occupazione del suolo pubblico a carico del bar Santuario per questioni di decoro urbano. Scatta da qui l’ennesimo braccio di ferro a tre, Commercianti-Soprintendenza-Santuario. “Nel momento in cui si verifica che la città è desertificata, si nota che alle ore 20.30 dal Santuario di Pompei escono circa 15 autobus di grossa portata, bensì ci sia una delibera che vieta l’ingresso di autobus negli scavi”, a dichiararlo è Pasquale Cascone proprietario del Bar Royal di via Roma. L’avvistamento degli oltre 15 autobus dell’altra sera in centro ha riportato la questione anche su un altro fattore, quello della vecchia ordinanza a firma della vecchia amministrazione Uliano che vietava il transito di autobus nelle strade del centro (ad eccezione per gli autobus autorizzati a trasportare solo ed esclusivamente persone diversamente abili). “Sicuramente noi sono mesi che ci impegniamo nel richiamo alla legalità al quale ci affidiamo tutti e sappiamo tutti che dobbiamo pagare un prezzo – dichiara Alessandro Di Paolo, presidente dell’associazione Ascom -. Però, vediamo che quando alla legalità sono chiamati gli enti si crea una certa elasticità. Quindi, non riteniamo che la legalità sia una cosa che si possa applicare a singhiozzo, ma è una cosa che deve appartenere a tutti e non deve essere a vantaggio dei forti e a svantaggio dei più deboli che, in questo momento, sono i commercianti di una città che è stanca di assistere al suo declino con la compiacenza, o peggio ancora, dietro un ipotetico rispetto della legalità che, invece, non viene applicata nei momenti in cui questa dovrebbe tutelare il commercio e le attività commerciali”. Una questione che ha da subito risvegliato la furia dei commercianti di via Roma e di via Lepanto. “Stanno desertificando una città intera ed ammazzando il commercio. Vogliono farci dichiarare bancarotta? – a parlare, stavolta, e Paolo Fagà, proprietario della pizzeria Zio Carmine in via Roma -. I turisti vanno direttamente agli scavi e i pellegrini nel Santuario. In città non passa quasi più nessuno. Ieri sera abbiamo contato oltre 15 autobus che uscivano direttamente dal parcheggio del Santuario. Eppure in città tutti questi pellegrini non si sono visti”