Saldi invernali. Data e vademecum contro le truffe

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Anche se alcuni negozi già praticano sconti all’interno, lontani da occhi indiscreti, in realtà ci sono delle date precise previste dalle leggi regionali a partire dalle quali è possibile vendere in saldi. Ufficialmente, in Italia, i saldi cominciano il 2 gennaio e finiscono il 2 aprile in Campania. Ma vediamo regione per regione chi apre e chi chiude la stagione dei saldi invernali 2017:

Si inizia con la data del 2 gennaio in Sicilia (Palermo), in Basilicata (Potenza) e il 3 gennaio Val D’Aosta. Il 5 gennaio in Abruzzo (L’Aquila), Lazio (Roma), Calabria (Reggio Calabria), Campania (Napoli), Emilia Romagna (Bologna), Friuli Venezia Giulia (Trieste), Liguria (Genova), Lombardia (Milano), Marche (Ancona), Molise (Campobasso), Piemonte (Torino), Puglia (Bari), Sardegna (Cagliari), Toscana (Firenze), Umbria (Perugia), Valle D’Aosta e Veneto (Venezia).

Questa è l’unica data d’avvio dei saldi invernali per tutta Italia. Diverse invece le date di chiusura: si parte dal 18 febbraio in provincia di Bolzano e si chiude con la data del 2 aprile in Campania. E’ il caso adesso di esaminare nel dettaglio tutto il calendario, città per città, regione per regione. Ecco tutte le date ufficiali che sono state comunicate:

Abruzzo: 5 gennaio – 5 marzo 2017
Basilicata: 2 gennaio – 1° marzo 2017
Calabria: 5 gennaio – 28 febbraio 2017
Campania: 5 gennaio – 2 aprile 2017
Emilia Romagna: 5 gennaio – 5 marzo 2017
Friuli Venezia Giulia: 5 gennaio – 31 marzo 2017
Lazio: 5 gennaio – 15 febbraio 2017
Liguria: 5 gennaio – 18 febbraio 2017
Lombardia: 5 gennaio – 5 marzo 2017
Marche: 5 gennaio – 1° marzo 2017
Molise: 5 gennaio – 5 marzo 2017
Piemonte: 5 gennaio – 28 febbraio 2017
Puglia: 5 gennaio – 28 febbraio 2017
Sardegna: 5 gennaio – 5 marzo 2017
Sicilia: 2 gennaio – 15 marzo 2017
Toscana: 5 gennaio – 5 marzo 2017
Umbria: 5 gennaio – 5 marzo 2017
Valle D’Aosta: 3 gennaio – 31 marzo 2017
Veneto: 5 gennaio – 28 febbraio 2017
Provincia di Trento: 5 gennaio – 5 marzo 2017
Provincia di Bolzano: 5 gennaio – 18 febbraio 2017

Ecco inoltre un vademecum per non incappare in qualche truffa durante i saldi:

Cominciamo dal prezzo. La prima cosa importante da verificare è che durante i saldi sia ben esposto il prezzo di vendita iniziale non scontato, la percentuale dello sconto e quindi il prezzo finale del prodotto.
Per quanto riguarda i cambi, la merce acquistata in svendita si può sostituire secondo il decreto legislativo del 2002. Il capo difettoso si può cambiare se viene presentato alla cassa lo scontrino o la ricevuta fiscale della vendita dello stesso. Naturalmente il prodotto dev’essere nelle stesse condizioni di quando si è acquistato.
Il commerciante una volta ripreso l’articolo difettoso, può decidere se ripararlo o sostituirlo, se ridurre ulteriormente il prezzo o restituire il prezzo d’acquisto in contanti all’acquirente. C’è da sottolineare però che se la richiesta di sostituzione dell’articolo comprato viene presentata per altre ragioni, diverse dal vizio e dalla mancata conformità dell’oggetto, questa diventa a discrezione del negoziante che potrà decidere di accettarla o meno. Rispetto agli anni precedenti, la restituzione non deve più avvenire entro otto giorni dalla data dell’acquisto come voleva l’art. 1495 del Codice Civile, perché con il decreto 114/98 il consumatore ha il diritto di denunciare il difetto di conformità dell’articolo che il negoziante gli ha venduto entro due mesi dalla data in cui tale difetto è stato rilevato.
Gli articoli che vengono proposti nei negozi durante l’intero periodo delle svendite devono effettivamente essere appartenuti alla collezione o alla stagione passata che sta finendo, e non devono essere dei fondi di magazzino, che invece devono essere venduti deprezzati di molto rispetto al prezzo iniziale.
Il negoziante non ha l’obbligo di far provare i capi ai consumatori, infatti, la possibilità di provare gli articoli anche quando vengono messi in saldo è a pura discrezione del commerciante. In questo caso però, le associazioni per la tutela dei consumatori consigliano di non fidarsi di quei commercianti che non rendono possibile la prova del capo.