Oltre 2000 casi di morbillo nel 2017: è epidemia

Il calo delle vaccinazioni in Italia ha determinato un aumento dei casi di morbillo verificatisi nei primi mesi del 2017.

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Il morbillo è una delle malattie infettive di cui si sente più spesso parlare, ma di cui altrettanto spesso si ignorano le possibili gravi conseguenze. Questo alone ingiustificato di “malattia di poco conto”, diffondendosi nella popolazione, ha portato ad un lassismo generale nei confronti della vaccinazione come indispensabile mezzo di profilassi e in questi primi mesi del 2017 stanno emergendo le conseguenze ampiamente previste dagli esperti.

Cos’è il morbillo

Il morbillo, come ben sanno le mamme, è una malattia che colpisce soprattutto i bambini al disotto dei 5 anni e, particolarmente, tra il primo ed il terzo anno di vita, tanto che è considerata una patologia infantile, sebbene possa colpire individui di qualsiasi età. L’agente patogeno causante la malattia è un virus con un genoma a RNA, appartenente alla famiglia dei Paramyxoviridae, genere Morbillivirus, che attacca l’apparato respiratorio e può diffondersi a gran parte dell’organismo. I sintomi della malattia si avvertono solo dopo 10-12 giorni dall’avvenuto contagio e si sostanziano in una febbre alta, perdurante finanche per una intera settimana, tosse secca, fotofobia, occhi rossi e inumiditi, segno di congiuntivite. Dopo alcuni giorni compare un caratteristico rash, che coinvolge il volto ed il collo, potendosi poi espandere anche al tronco e agli arti. Tuttavia, questi sono solo i sintomi più conosciuti del morbillo che, sebbene fastidiosi, non comportano sequele od esito sfavorevole. Ma esiste un’altra faccia della stessa malattia, la cui mancata conoscenza porta a sottovalutare erroneamente il morbillo. Infatti, in una minoranza di casi, possono aversi delle complicanze quali diarrea, polmonite, otite media, arrivando fino alla cecità, alla panencefalite subacuta sclerosante e all’encefalite, la quale nel 40% dei casi conduce o a morte o a danni gravi e permanenti.

La Campania ha una bassa percentuale di vaccinati
Copertura vaccinale per l’MPR (dati del Ministero della Sanità). La Campania è tra le regioni con le percentuali più basse.

Il Ministero: “epidemia in corso da inizio 2017”

La pericolosità del morbillo è rafforzata dalla sua caratteristica elevata contagiosità, dato che la trasmissione da un individuo ad un suo contatto può avvenire sia per via aerea (tosse, starnuti ecc…), sia per contatto interpersonale stretto, sia tramite le secrezioni nasali. Per di più bisogna tenere presente che il virus del morbillo può essere trasmesso a partire da 3-4 giorni prima che si manifestino i sintomi nella persona infetta –che quindi non sa ancora di esserlo- fino a 4 giorni dopo la comparsa del rash. Tutte queste caratteristiche fanno sì che in popolazioni con inadeguata copertura vaccinale, si renda scontata l’insorgenza di una epidemia. Difatti proprio in questi primi 5 mesi del 2017 in Italia si sta assistendo ad un aumento impressionante e preoccupante dei casi di morbillo rispetto agli anni scorsi. Dal 1 gennaio 2017 sono già stati segnalati 2 224 casi, un numero enorme se confrontato con le 390 segnalazioni effettuate nello stesso periodo del 2016 e con le sole 103 del 2015. Di questi 2 224 casi il 34% ha manifestato almeno una delle complicanze –in prevalenza diarrea, stomatite, polmonite ed epatite), il 39% è stato ricoverato ed il 15% è dovuto ricorrere al pronto soccorso. La maggior parte dei casi (55%) si è manifestata nella fascia di età 15-39 anni. In Campania i casi segnalati sono stati 35, un numero fortunatamente abbastanza basso, se si considera che la regione è tra le ultime per percentuale di vaccinati, attestandosi su valori dell’80% per la MPR, contro una media nazionale dell’85%, che rimane comunque ampiamente insufficiente per determinare l’eliminazione della malattia, obiettivo raggiungibile con una percentuale di vaccinati >95%. Il quadro si manifesta in tutta la sua gravità se inserito nella cornice dell’Unione Europea, laddove l’Italia è ultima, insieme alla Romania (86%), per percentuale di vaccinati, tanto da essere messa sotto osservazione per possibili epidemie di morbillo da parte dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Vaccinazioni e morbillo nel mondo
A sinistra sono indicati i valori percentuali corrispondenti alla copertura vaccinale relativa al morbillo nel mondo. A destra, invece, è mostrato il numero di casi segnalati in un periodo di 6 mesi nelle varie nazioni. L’Italia è tra gli stati occidentali con meno vaccinati e con più casi.

Vaccinarsi in totale sicurezza

L’unico modo per contrastare il morbillo, considerando che esistono solo cure riguardanti i sintomi e non la malattia in sé, è la prevenzione, che ha un nome ben preciso: vaccinazione. Il vaccino contro il morbillo è costituito da un virus vivo attenuato, ovvero incapace di scatenare la patologia pur essendo immunogeno. Attualmente è somministrato sotto forma di vaccino trivalente contro morbillo, parotite e rosolia (MPR) o tetravalente (MPRV), comprendente anche la varicella, con una prima dose da inoculare tra il 13° ed il 15° mese di vita ed una seconda dose durante il 6° anno di età, così da avere un effetto duraturo. Sebbene un unico studio degli anni ‘90, fraudolento e senza alcun fondamento scientifico, abbia provato a screditare l’immagine di questa vaccinazione agli occhi della popolazione mondiale, bisogna sgombrare il campo da qualsiasi dubbio: l’MPR, come tutti i vaccini, è estremamente sicuro e le reazioni avverse gravi sono rarissime. Basti pensare che la probabilità che in seguito alla vaccinazione si verifichi una encefalomielite è di 1/1 000 000 (sic: uno su un milione!). Questo dato è ancora più irrisorio se confrontato con la possibilità di morire in seguito ad una infezione da morbillo, per cui la letalità è stimata tra 1/10 000 ed 1/1 000. Dunque è dalle 100 alle 1 000 volte più probabile morire a causa del morbillo stesso, piuttosto che sviluppare una encefalomielite in seguito alla vaccinazione.

Complicanze e reazioni avverse
Confronto tra le complicanze del morbillo (in alto) e le reazioni avverse al vaccino (in basso).

L’estrema efficacia della vaccinazione contro il morbillo è provata anche dai dati dell’OMS, i quali ci dicono che solamente tra il 2000 ed il 2015 la vaccinazione contro questa patologia ha evitato circa 20,3 milioni di morti.  La prova del contrario, invece, la possiamo facilmente trovare in Italia, dove dei 2 224 casi verificatesi nelle prime 18 settimane del 2017 ben l’89% ha riguardato individui non vaccinati ed, un ulteriore 7%, persone che avevano ricevuto solo la prima dose e quindi non avevano completato la vaccinazione. Il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-2019 ha tra i suoi obiettivi il raggiungimento e mantenimento di coperture vaccinali ≥ 95% per una dose di MPR entro i 2 anni di età e per la seconda dose di MPR nei bambini di 5-6 anni di età e negli adolescenti suscettibili (11-18 anni), allineandosi alle richieste dell’OMS.

Il calendario vaccinale
Il calendario vaccinale predisposto dal Ministero della Salute.