Primo soccorso. Tutti i contenuti di un tema scottante e l’importanza dei corsi di formazione: ce ne parla la dott.ssa Bruno

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Quello in cui possiamo imbatterci ogni giorno è l’inaspettato. Esso può presentarsi in qualsiasi forma, compresa quella dell’emergenza. Come muoversi? Cosa pensare? Il soccorso è un dovere stabilito dalla legge: il reato di omissione di soccorso e i casi in cui attivarsi sono disciplinati dall’articolo 593 del Codice Penale (per approfondire, https://www.brocardi.it/codice-penale/libro-secondo/titolo-xii/capo-i/art593.html); per gli incidenti, dall’art. 189 del Codice della strada (per approfondire,  http://www.aci.it/i-servizi/normative/codice-della-strada/titolo-v-norme-di-comportamento/art-189-comportamento-in-caso-di-incidente.html). Per fare lume su una questione così spinosa come il pericolo di vita o di morte dell’altro, abbiamo intervistato la dott.ssa Rosaria Bruno, medico di Emergenza Territoriale e 118, Dirigente medico presso PSAUT (Presidio Sanitario di Assistenza e Urgenza Territoriale) di Bisaccia ASL Avellino, nonché istruttore BLSD (Basic Life Support- Defibrillation) ed ACLS Advanced Cardiac Life Support) per AHA (American Heart Association).

 

Perché è importante la pratica del primo soccorso come dovere civico?

Rende sicura e protetta la collettività, aumenta il senso di solidarietà sociale e di fratellanza, riduce il rischio di morte per arresto cardiaco e aumenta il tasso di sopravvivenza, riducendo eventuali esiti neurologici gravi che comprometterebbero pesantemente la qualità di vita relazionaleIl corso BLSD dura un giorno, è specificamente mirato a far acquisire la pratica di un buon massaggio cardiaco e/o respirazione bocca a bocca e/o con presidi come la pocket maschera o pallone maschera, sull’adulto, sul bambino e/o  lattante( 0-12 mesi); a far acquisire la capacità di usare il defibrillatore e di eseguire le manovre di disostruzione delle vie aeree in caso di soffocamento negli adulti, bambini e lattanti. Esistono, sempre per i cittadini, corsi più estesi e avanzati, per apprendere nozioni di primo soccorso riguardanti anche le manovre da fare per arrestare emorragie, emergenze nel caso di punture di insetti (per esempio shock anafilattico), traumi, ferite,  ustioni, congelamenti ed altro: quanti volessero frequentarli potranno rivolgersi presso le sedi delle associazioni di volontariato del 118. Queste pratiche sono obbligatorie per il personale di strutture pubbliche ed aziende, ma sono utili a tutta la collettività.

 

In cosa consistono e come si articolano i corsi di primo soccorso e da chi (enti, figure professionali) sono tenuti?

Un corso di BLS-D è tenuto da istruttori accreditati presso società scientifiche Internazionali, è strutturato in maniera simile in tutte le parti del mondo in cui viene espletato, perché segue un algoritmo consolidato e sperimentato che è uguale o differisce di poco a seconda delle società scientifiche Internazionali di certificazione. Le linee guida vengono rivisitate periodicamente e gli istruttori aggiornati. I corsi tenuti dagli istruttori agli esecutori sono strutturati in modo tale che ogni discente alla fine del corso acquisisce le abilità per gestire un arresto cardiaco, ossia sappia vicariare le funzioni vitali cardiorespiratorie con manovre semplici ma salvavita. In caso di soccorso di vittima accasciata al suolo, si esegue un protocollo semplice ma rigoroso nella sua sequenza: valutare la presenza di coscienza, respiro e circolo, dare l’allarme e chiamare i soccorsi chiedendo di portare un DEA (defibrillatore esterno semiautomatico), quindi si iniziano le 30 compressioni di alta qualità, intervallate da 2 insufflazioni, rispettando tempi e cicli precisi fino all’arrivo di un defibrillatore che va utilizzato subito o del soccorso avanzato. I corsi prevedono una parte teorica ed una pratica, per ottenere la certificazione è necessario il superamento della prova pratica e dei test finali.

 

Dati sulle morti per mancato primo soccorso e principali cause di morte

Si stima che ogni anno si verifica arresto cardiaco in un caso su mille: questo evento è causa di 50000 decessi all’anno solo in Italia; la sopravvivenza in caso di arresto non testimoniato è del 2%, mentre sale al 50 % se si attiva il soccorso e si utilizza il defibrillatore entro 5 minuti, sale ancora dal 60% e a percentuali più alte se avviene in presenza di testimoni e si avvia il soccorso nei primi minuti. Quindi, alla luce di questi dati, le manovre salvavita apprese con il BLSD possono aumentare notevolmente la percentuale di sopravvivenza di soggetti che tra l’altro sono statisticamente giovani (di età compresa dai 40 ai 54 anni nel 62% dei casi).

 

Dove poter iscriversi ai corsi?  Sono previsti prossimi eventi di sensibilizzazione?

Si possono avere notizie delle date dei corsi visionando i siti delle società scientifiche come AHA, IRC, ERC o altre ancora, chiedere agli operatori o associazioni (come la Croce Rossa) che lavorano nel servizio 118. Si può scegliere la sede dei corsi più vicini ed iscriversi anche on-line. Nelle scuole molte associazioni svolgono azione di sensibilizzazione ed insegnano le manovre anche ai bambini: esistono corsi per laici e per sanitari e molti medici sono impegnati nel formare la collettività.

 

Come le scuole, le aziende e strutture sociali in generale dovrebbero attrezzarsi in maniera efficiente?

Si è avviata una rete di cardioprotezione collettiva per cui le strutture pubbliche, comprese le strutture sportive e le scuole, sono obbligate a dotarsi di presidi salvavita ed all’addestramento del personale all’uso dei defibrillatori semiautomatici. Sono gli stessi DEA (Defibrillatore Esterno Semiautomatico) che automaticamente fanno diagnosi di aritmia e danno indicazioni sulla necessità di erogare la scarica elettrica, mentre l’operatore è responsabile solo della emissione in sicurezza della scarica. In poche parole, se il ritmo è defibrillabile, sarà riconosciuto dal DEA: esso con comando vocale darà indicazione ad erogare la scarica, ma l’operatore che preme il pulsante di erogazione della corrente deve assicurarsi che nessuno tocchi il paziente, altrimenti si potrebbe ricevere la scarica unitamente alla vittima. L’erogazione della scarica provoca la resettazione del ritmo cardiaco e la ripartenza del cuore con ritmo normale, a meno che non vi siano gravi ritardi nel soccorso (quindi il cuore è praticamente sfinito funzionalmente o sono presenti altri problemi). Dopo dieci minuti dall’arresto cardiaco, se non è stato effettuato il massaggio cardiaco, l’assenza della funzione di pompa non garantisce l’apporto e l’irrorazione al cervello e si verifica la morte cerebrale per anossia (si dice, infatti, “il tempo è cervello”). Per questo è necessario iniziare le manovre di BLS (basic life support) immediatamente, anche in assenza di defibrillatore, per permettere all’organismo di resistere fino a quando è possibile utilizzare il defibrillatore, che è l’unico in grado di risolvere il problema perché ripristina il ritmo cardiaco e la funzione di pompa cardiaca efficiente. E’ necessario che tutti conoscano le manovre di rianimazione in attesa di operatori in grado di usare il DEA. Ognuno di noi è l’angelo custode dell’altro.

 

Quanto è fondamentale il corso anche per genitori di bambini?

I genitori formati hanno una maggiore probabilità di controllare e gestire la situazione quando è critica, come nel caso dell’arresto cardiorespiratorio e possono contribuire a salvare la vita dei figli. Anche i bambini vengono addestrati al BLS ed a chiamare il 118 e possono essere d’aiuto ai genitori in caso di malore. Nei bambini la causa principale dell’arresto è respiratorio e non cardiaco: sono soprattutto frequenti i casi di soffocamento, per cui è indispensabile conoscere anche manovre salvavita relative a questa evenienza, parimenti insegnate in un corso di primo soccorso.  Sono manovre semplici, che tutti possono eseguire perché facili da praticare e da imparare.  Se tutti le conoscono, la collettività è protetta ed anche noi, potenziali vittime, potremmo essere salvati in un’ottica di mutuo soccorso.

 

Cosa può fare il singolo per facilitare il primo soccorso, si trovi nella posizione di soccorso o di soccorritore?

Portare con sé il gruppo sanguigno è buona prassi: è indispensabile nel caso la vittima debba essere trasfusa (es. nei traumi gravi); in ospedale si effettuano esami di laboratorio di verifica. Anche conoscere allergie a farmaci in caso la vittima sia impossibilitata a rispondere è utile, perché in alcuni casi è necessario somministrare farmaci subito dopo che si è ottenuto il ripristino del respiro e circolo spontaneo, così come sono utili notizie di malattie pregresse. In alcuni paesi esistono delle microschede che contengono tutta la storia patologica e le notizie del paziente: spero questo possa realizzarsi presto anche da noi, dove ancora esiste una criticità nella presa in carico del paziente da parte della continuità assistenziale o guardia medica, dei medici del sistema del 118 e del pronto soccorso, rispetto alla mancanza di passaggi di notizie riguardanti il paziente.  Per il soccorritore è bene portare una pocket mask o un fazzoletto di carta per la respirazione bocca a bocca, cioè presidi per evitare infezioni; se il soccorritore laico non se la sente, è esentato dalla respirazione bocca a bocca, importante è che faccia bene il massaggio cardiaco.

 

Quali consigli si possono dare, invece, a chi non abbia ancora effettuato il corso e si trovi davanti a un’emergenza?

Chiamare il 118, mettere il telefono in viva voce e eseguire gli ordini dell’operatore del 118, che nel frattempo avrà attivato la squadra di soccorso avanzato più vicina. Il numero nazionale 118 è gratuito, la chiamata viene registrata e localizzata: l’operatore che risponde fa delle domande per valutare la gravità del caso ed attribuirgli un codice che può essere rosso, giallo o verde in ordine di gravità decrescente; bisogna aver fiducia e collaborare senza cedere alla disperazione, fornendo le indicazioni giuste per il raggiungimento del luogo.

 

Ci sono carenze dell’area 118 in Napoli e Campania?

La struttura della rete sanitaria dell’emergenza risente di problemi gestionali logistici collaterali legati al territorio dove è ubicato, ad esempio in città un punto dolente è il traffico che ostacola il raggiungimento del luogo del soccorso; nei luoghi periferici è la distanza dagli Ospedali, il che richiede una lunga gestione del paziente critico. Poi vi è il problema dei mezzi di soccorso a volte vetusti, le difficoltà di accoglienza dei pazienti nel Pronto Soccorso per saturazione (in quanto vi accedono anche coloro che potrebbero giovarsi di cure sul territorio). La rete dell’emergenza è destinata alla qualificazione ed all’implementazione. A breve in tutta la Regione partiranno le reti dell’emergenza cardiologica:  prevedono un protocollo secondo il quale è necessario trasportare il paziente che ha avuto l’arresto per infarto, o solo l’infarto, presso una Unità Cardiologica con Emodinamica per eseguire entro novanta minuti un intervento alle coronarie per ripristinare il circolo, senza perdere tempo transitando per il Pronto Soccorso e soprattutto trasportandolo solo negli Ospedali dove questo è possibile. La rete dell’emergenza cardiologica richiede la collaborazione di tutti gli operatori del sistema 118 e delle Unità Cardiologiche ed aumenta la sopravvivenza nei pazienti infartuati. Nella provincia di Avellino, ad esempio, dove le distanze dall’ospedale sono notevoli e richiedono tempo di percorrenza lunghi, i medici del 118, quando non rientrano nei tempi per l’angioplastica (intervento chirurgico per favorire la ricostruzione del vaso sanguigno occluso), praticano la trombolisi ( scoagulazione del sangue che ha formato il trombo che ha occluso il vaso)  sul territorio. In ogni caso, il paziente viene sempre trasportato non all’Ospedale più vicino ma a quello che offre la possibilità di intervenire adeguatamente.  Questo modello si estenderà a tutta la regione grazie anche alla telemedicina. Spero che possano attivarsi al più presto anche le reti dell’emergenza neurologica perché come il cuore anche il cervello è tempodipendente.

 

A quali attività può accedere chi frequenta i vari gradi del corso di primo soccorso?

Il corso come esecutore di BLSD è indispensabile per diventare volontario e lavorare sulle ambulanze con le associazioni che si dedicano al soccorso, ma la qualifica professionale è altro: l’infermiere ed il medico, ognuno per le proprie competenze, previa formazione BLSD per sanitari, possono fare anche i volontari, ma il laico formato con il BLSD per laici non può sostituirli nelle loro precipue mansioni terapeutiche.  Le manovre del Basic Life Support sono uguali per tutti (vi sono solo lievi differenze fra laici e sanitari) ma le azioni successive al ripristino del circolo e del respiro richiedono competenze professionali specifiche per il prosieguo del soccorso, che comprendono la scelta e la somministrazione di farmaci salvavita, operazioni che il laico non può fare.