I vini di Indovino: il sommelier recensisce il bianco di montagna prodotto alle falde dell’Appennino Campano

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Fiano di Avellino DOCG, Guido Marsella, 2013
Ci troviamo in provinacia di Avellino, a Summonte, alle falde dei rilievi appenninici del Partenio. È qui che nel 1990 inizia l’avventura da vignaiolo di Guido Marsella. In quel periodo nessuno mai avrebbe osato spingersi sin lassù, a 600 m di altitudine, per impiantare una vigna: difatti ve n’erano ben poche, tra castagneti e noccioleti, che i contadini coltivavano ad uso esclusivamente familiare! La sua è stata una visione mossa dalla volontà di produrre un grandissimo bianco in quella zona ancora “inesplorata” e dalle grandissime potenzialità, dovute all’esposizione estremamente favorevole, al considerevole sbalzo termico giorno/notte ed al suolo argilloso e roccioso, ricco di microelementi, e capace di prevenirne il dilavamento: una serie di fattori concomitanti e di certo non trascurabili. Sin dalle prime vendemmie Guido ha deciso di non cenferire le uve raccolte, trasformando a “modo suo” quei grappoli che a Summonte acquistavano cotanta concentrazione. È così che nel ‘97 ha avuto l’intuizione di far maturare il vino più a lungo di tutti, ritardandone coraggiosamente l’uscita sul mercato di 9 mesi, consapevole che l’opulenza del suo Fiano era sicuramente una marcia in più. In quell’anno è nato un mito vero e proprio, un icona enologica figlia di un artigiano del vino fuori dagli schemi convenzionali, pioniere del Fiano di “montagna” dalle lunghe maturazioni in acciaio, che oggi porta sugli scaffali addirittura 20 mesi dopo la vendemmia.
Quest’oggi vi parlo del 2013, vivido ed integro con la sua densa veste paglierina. Al naso il primo impatto è roccioso, pepato e lievemente affumicato, e si arricchisce in seconda istanza di note di rosmarino, mela golden e fiori di agrumi. Il sorso è teso e tagliente in ingresso, sapido, quasi puntuto sulla lingua, e chiude con una carezza calorica in cui acquista spessore, riproponendo sul piano aromatico il timbro roccioso ed affumicato.
Un bianco irrinunciabile, da abbinare a 10°C con un trancio di Ricciola alla griglia.

RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina