I vini di Indovino: il sommelier recensisce Vigna Segreta del padre della Falanghina

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Falanghina del Sannio Sant’Agata dei Goti DOC, Vigna Segreta, Mustilli, 2015
Ci troviamo nel borgo sannita di Sant’Agata dei Goti, in provincia di Benevento. È qui che la famiglia Mustilli, originaria della Repubblica d’Amalfi, si trasferì all’inizio del ‘500.
La loro è una storia familiare che si intreccia a quella del vino da oltre 5 secoli, come testimoniano le storiche cantine scavate nel tufo sotto l’antico palazzo di famiglia. Negli anni ’70 Leonardo Mustilli, ingegnere di professione, decise di coltivare il suo amore per il vino e per la campagna, con un approccio metodico e scientifico, che ha dato una svolta epocale alla viticoltura sannita. Ha iniziato a studiare in maniera approfondita le verietà locali, trovandosi a “tu per tu” con la Falanghina: intuendone subito la grande potenzialità. Così, nel 1979 è stata vinificata ed imbottigliata la prima Falanghina in assoluto: circa 3000 bottiglie, vendute ad amici e per passa parola! La filosofia di Mustilli negli anni è rimasta semplicemente la stessa degli albori, ovvero valorizzare i vitigni strettamente locali, da cui produrre vini monovarietali soltanto da uve di proprietà. Negli anni Leonardo si è defilato poco alla volta, sino a cedere il testimone alle sue due figlie Paola ed Anna Chiara, che si avvalgono del supporto dell’enologo Fortunato Sebastiano. Quest’oggi vi parlo del Vigna Segreta, un cru di Falanghina che nasce solo nelle migliori annate, da una rigorosa selezione nella vigna di Pozzillo. Alla vista si presenta con una vivida e calda tonalità dai bagliori dorati. Al naso è di grande impatto ed articolata su profumi di frutta gialla come la susina e la pesca, su toni floreali di ginestra, profumi di frutta secca a guscio, di miele ed una piacevole sfumatura minerale. In bocca è pieno, morbido ed avvolgente, equilibrato da un’adeguata freschezza ed una stimolante scia sapida che si intreccia a lungo con richiami fruttati che chiudono il sorso. Un bianco che berrei volentieri ad una temperatura di 10°C, in abbinamento ad un filetto di San Pietro in crosta di patate.                           RUBRICA A CURA DI ANTONIO INDOVINO , Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Degustatore Ufficiale e Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina