Al Premio Sirena d’Oro dedicato all’olio Dop, le produzioni del Giappone ospiti d’onore

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(nella foto, da sx, Nicola Di Noia, capo panel del Sirena d'Oro, Giuseppe Cuomo, sindaco di Sorrento, Gennarino Masiello, vice presidente nazionale di Coldiretti, Francesco Acampora, presidente di Aprol Campania, Tullio Esposito, presidente del comitato esecutivo del Sirena d’Oro e Nicolangelo Marsicano, vice presidente dell’associazione Oleum)

Al via, a Sorrento, il lavoro del panel di assaggio per decretare i vincitori dell’edizione 2018 

Quasi 220 aziende partecipanti, da tutte le regioni d’Italia, 96 oli Dop iscritti, 27 Igp e 95 Bio, 27 areali Dop presenti a concorso e 4 Igp.  Sono alcuni dei numeri della sedicesima edizione del Sirena d’Oro di Sorrento il premio nazionale riservato agli oli extravergini di oliva a Denominazione di Origine Protetta, Indicazione Geografica Protetta e da agricoltura biologica di produzione italiana, promosso dal Comune di Sorrento, in collaborazione con Coldiretti Campania, e la partecipazione delle associazioni Oleum, Gal Terra Protetta, Aprol Campania, Unaprol e Federdop Olio. Nei prossimi giorni il panel di assaggiatori, guidati da Nicola Di Noia, si riunirà a Sorrento per decretare i vincitori delle varie categorie del premio, oltre a quelli speciali che saranno assegnati ad un olio Igp Toscano, il cui consorzio di tutela festeggia i vent’anni di attività, ad uno campano e ad un altro prodotto in Giappone. Il Paese del Sol Levante, uno dei mercati più interessanti per le produzioni di qualità, è infatti l’ospite d’onore di questa edizione 2018 del Sirena d’Oro che per la prima volta si apre al confronto internazionale. Forte del gemellaggio con la città di Kumano e degli antichi e saldi legami tra le due comunità, Sorrento ha infatti deciso di invitare produttori nipponici a partecipare al concorso. Sedici le aziende che hanno risposto all’appello inviando i loro oli extravergini di oliva. Le principali produzioni provengono dalla prefettura di Kagawa dove, grazie al clima mite, da quasi un secolo si coltivano gli ulivi: la quasi totalità dell’olio giapponese proviene da qui. Da qualche anno, inoltre, anche nell’area metropolitana di Miyazu, a nord di Kyoto, è stata avviata la coltivazione di varie cultivar, comprese alcune italiane. A testimoniare ulteriormente l’interesse del Giappone per la cultura dell’olio, sarà la presenza a Sorrento del ministro consigliere dell’Ambasciata del Giappone in Italia, Toro Hisazione, in rappresentanza dell’ambasciatore Keiichi Katakami, una rappresentanza della Fondazione Italia Giappone presieduta da Umberto Vattani , il direttore del Clair, il Centre Japonais des Collectivités locales di Parigi, Jun Hajiro, il delegato del governatore di Kagawa, Keizo Hamada, Shinji  Kokubu, accompagnato dal direttore dello Shozu Olive Research Institute, Takeyasu Kubota, ed  infine una delegazione della città di Miyazu, guidata dal sindaco Shoji Inoue, che sarà in visita alla città del Tasso nei giorni successivi il Sirena d’Oro, accompagnato da Vincenzo Andreacchio, presidente dell’Accademia dell’Olio e  coordinatore dei Club Japan dell’Ais, l’Associazione Italiana Sommelier. In queste ore, inoltre, l’ambasciatore d’Italia in Giappone, Giorgio Starace ha comunicato con una missiva indirizzata al sindaco di Sorrento, Giuseppe Cuomo, di avere interessato il console generale ad Osaka Luigi Diodati e la città gemellata di Kumano per valutare, in stretto raccordo con la Farnesina, ogni possibile forma di sostegno alle iniziative di promozione dell’agroalimentare italiano e del territorio di Sorrento sul mercato giapponese. I vincitori della sedicesima edizione del Sirena d’Oro saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa che si terrà alla Camera dei Deputati, a Roma, il 27 marzo prossimo, mentre dal 6 all’8 aprile Sorrento ospiterà, oltre alla cerimonia di premiazione, un calendario di eventi sui temi dell’agroalimentare e del territorio, promossi in concomitanza di due importanti appuntamenti: l’Anno Nazionale del Cibo Italiano e il riconoscimento Unesco per l’arte dei pizzaioli napoletani.