Boss di Agerola a capo del clan delle auto rubate

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Ricettavano auto rubate in mezza Italia e, dopo averle “clonate” con targhe rubate le scambiavano con altre di provenienza altrettanto illecita, per poi imbarcarle alla volta della Spagna, dove una volta immatricolate nuovamente, di fatto venivano “ripulite”. E, almeno in un’occasione, in cambio di una vettura aveva scambiato una pistola. Ovviamente illegale, avendo il numero di matricola cancellato. Un giro abbastanza remunerativo, che oltre a un’associazione a delinquere spagnola, coinvolgeva due persone della provincia di Pistoia e, soprattutto, un gruppo della provincia di Napoli. Capeggiato, secondo le accuse, da Vincenzo Gentile, figlio del boss di Agerola, Giuseppe, e dal noto pregiudicato Liberato Spera, originario di Gragnano e residente a Santa Maria la Carità, nella zona del Petraro. Tra i complici anche un altro personaggio molto noto ad Agerola, Luigi Milano, 48 anni, barbiere con piccoli precedenti per droga.