Scafati: sicurezza urbanistica in secondo piano

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L’hanno definita “Apocalisse”, perché i danni conseguenziali sono stati molti. Paura e sgomento nel pomeriggio del 29 ottobre a Scafati ma come in buona parte del Sud Italia. Pioggia, forti raffiche di vento che hanno sfiorato i 40 km/h hanno messo “in ginocchio” molti comuni. Intorno alle 16.00, dopo svariate piogge e venti di notevole intensità, il cielo si è completamente oscurato lasciando spazio a brevi trombe d’aria. Le strade erano semi deserte e sui social si raccomandava di non allontanarsi dai luoghi chiusi. Sul Corso Nazionale molti alberi che costeggiano i marciapiedi sono caduti; dai balconi sono volati suppellettili e ad altri ornamenti erano a rischio caduta; calcinacci ” a catinelle” dai bordi delle costruzioni meno recenti; bidoni dell’immondizia riversi a terra; molti lampioni sono stati piegati dal vento ed altri avevano il portalampada cadente; poi tanta polvere sui marciapiedi, nei sottoscala e negli ingressi dei palazzi. L’allerta meteo di domenica ha preparato gli scafatesi che, salvo casi estremi, sono rimasti nelle loro abitazioni o negli uffici. A Mariconda, gli edifici delle scuole hanno subito danni e nel cortile molti alberi sono caduti. Nelle zone colpite dal maltempo ci sono stati anche alcuni crolli di soffitti, com’è accaduto in un’aula all’Università degli studi di Salerno. Tuttavia nel pomeriggio del 29 ottobre, la triade commissariale non ha disposto la chiusura delle scuole per martedì 30 ottobre. Le proteste non sono mancate. Come sempre il malcontento è esploso sui social, oramai piazza di “sfoghi”: i genitori hanno lamentato poca prudenza da parte della Commissione che non si sarebbe preoccupata di chiudere gli istituti al fine di ordinare dei sopralluoghi per la verifica dei danni portati dal maltempo. Molti esponenti della politica scafatese hanno lamentato lo stato in cui si è trovata la città nel post “Apocalisse”: una città devastata dove il tema sicurezza urbanistica ed ambientale è sempre marginale.