Per commemorare un esponente del centro sociale “Mensa Occupata” accendono fumogeni in piazza San Domenico Maggiore. Protesta dei residenti e municipalità

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Fumogeni rossi, cori, uno striscione, slogan che sembrano da stadio. Sono quasi le 23 quando in Piazza San Domenico, cuore del centro antico di Napoli, si raduna in tanti per commemorare “Lollo”, esponente di un centro sociale scomparso tragicamente alcuni anni fa. Dai balconi i residenti riprendono la scena, per l’ennesima notte nella quale non dormiranno. Il fumo, lamentano, entra nelle case anche con balconi e finestre chiuse e, in breve, l’aria tutto intorno diventa irrespirabile. E mentre l’episodio viene denunciato dal Comitato per la quiete e la vivibilità cittadina, il presidente della Seconda Municipalità, Francesco Chirico, prende le distanze e dice: “Quanto accaduto in Piazza San Domenico è inammissibile”. “Ci sono tanti modi per commemorare una persona cara o un accadimento importante – sottolinea Chirico – ma questo modo da guerriglia è assolutamente sbagliato. Fumogeni in pieno centro storico che è patrimonio Unesco”. E annuncia che mercoledì prossimo, in occasione di un incontro con il prefetto di Napoli, Marco Valentini, affronterà il nodo della tutela del centro storico. “A nulla sono valse le telefonate dei residenti alle forze dell’ordine – sottolinea Gennaro Esposito, esponente del Comitato – non è intervenuto nessuno. Siamo pronti per una denuncia in Procura”. “Ha dell’assurdo che per commemorare qualcuno si accendano fumogeni in una piazza del ‘500 – aggiunge Esposito – ma che modo è di ricordare una persona?”. L’evento di ieri notte è stato annunciato nei giorni precedenti sulla pagina Facebook Mensa occupata, con il video di una delle commemorazioni degli anni scorsi di questo ragazzo. Lo scorso anno, la commemorazione non avvenne perché, come fa sapere Esposito, per tempo, furono allertate le forze dell’ordine. Per questo centro sociale, che occupa degli spazi in Via Mezzocannone, fa sapere Esposito, “sono state presentate numerose denunce, il procedimento è anche istruito, ma non si va avanti. E non ne capiamo il motivo”. (ANSA).