Il 18 marzo su Rai1 fiction sulla vita di Renato Carosone

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A cent’anni dalla sua nascita e a venti dalla sua morte, Rai1 dedica un tv movie ad una delle figure della canzone italiana più conosciute nel mondo, uno dei pochi capace di ottenere un incredibile successo anche negli Stati Uniti, ovvero Renato Carosone. Lo fa con Carosello Carosone, in onda il 18 marzo 2021 in prima serata con la regia di Lucio Pellegrini (una produzione Groenlandia con Rai Fiction) con musiche curate dal maestro Stefano Bollani. A interpretare il grande musicista napoletano, autore di brani indimenticabili come “Tu vuo’ fa’ l’americano”, c’è Eduardo Scarpetta, trisnipote omonimo del grande commediografo, qui nel suo primo ruolo da protagonista ma che avevamo già apprezzato in tv con “L’amica geniale” (pronto a tornare con la terza stagione ndr) e al cinema in “Capri-Revolution” (di Martone).  Al suo fianco Vincenzo Nemolato (Paradise, Gomorra – La serie) che interpreta il ruolo di Gegè Di Giacomo, il batterista-fantasista sempre al fianco di Carosone.  “Il film racconta dai 17 anni, quando si diploma a Napoli in pianoforte al conservatorio di San Pietro a Majella, fino ai 39, con il ritiro dalle scene. Talento a parte a parte, grande influenza l’ha avuta il periodo in Africa, dove ha conosciuto Lita Levidi (Ludovica Martino) che diventa sua moglie – dice nel corso di un collegamento web con la stampa – Scarpetta – nutro profonda stima per lui e per la sua scelta di lasciare al culmine della carriera”. Tratto dal libro “Caronissimo” di Federico Vacalebre (edito da Arcana Editore). Il film-tv segue la passione di Carosone per la musica, una passione che non tradirà mai e vero cui nutrirà lungo tutta la sua carriera profondo rispetto. Non vedremo, però, solamente il Carosone artista, ma anche l’uomo dal punto di vista personale. Inoltre, Carosello Carosone è anche titolo del primo album di Renato Carosone e il suo Quartetto, pubblicato il 14 dicembre 1954. Un successo che culmina nel 1958 con l’esibizione di Carosone e del suo Sestetto alla Carnegie Hall di New York. Stefano Bollani rivela che scrisse quando aveva 11 anni una lettera a Carosone che gli rispose dicendogli di studiare prima di tutto il blues.