Tortano e casatiello: arrivano le ciambelle pasquale

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Ormai tutto si trova durante tutto l’anno. E le pietanze che un tempo erano l’emblema dei giorni di festa hanno perso il fascino dell’attesa. Anche la pastiera, per esempio, è diventato un dolce facilmente reperibile in ogni stagione ed in quasi tutte le pasticcerie. Infatti, non bisogna aspettare più Pasqua per assaggiarla. A questo aspetto del benessere che ha cancellato la magia dell’attesa resite uno dei simboli più immediati della Pasqua campana: il Casatiello. Per Tortani e Casatielli, infatti, bisogna rigorosamente aspettare la Pasqua di resurrezione. E a parte qualche panetteria che lo propone anche fuori stagione, entrambi sono rimasti fortemente legati a questo periodo. Periodo che vede le Ciambelle pasquali profumare l’aria di case, panetterie e botteghe gastronomiche durante la settimana di passione e pronte per essere assaggiate dopo il venerdì santo. E se il Tortano nasce con le con le uova nell’impasto, il Casatiello le porta solo sopra, come decorazione. Ma sono praticamente uguali. Stesso impasto, stessi ingredienti. Nelle ricette antiche entrambi prevedevano i ciccioli come unico ingrediente di carne di maiale. Il Tortano ha origini metropolitane, è tipico della città di Napoli e di alcune zone della regione. Mentre il Casatiello è un provinciale, tanto che per qualche dizionario gastronomico è la variante sorrentina del Tortano. E poi, da buon cafone con cervello fine, è stato il primo che nel tempo ha trasformato gli ingredienti, sostituendo il salame ai ciccioli. In alcune zone si aggiunge anche la soppressata e la ventresca (pancetta tesa). Gli altri ingredienti uguali rimangono il formaggio abbondante (pecorino), il sale, il pepe e la sugna. Esiste anche una versione dolce. Più recente ma non meno simbolica. Pasta lievitata e aromatizzata con acqua di fiori d’arancio e decorata con le immancabili uova emblema della vita e della natura che si rinnova ogni primavera. La versione dolce coinvolge altre regioni meridionali, questo dolce pasquale in Calabria prende il nome di “Cuzzupa” mentre in Basilicata  si chiama “Varone” .