Soliloquy, il nuovo spettacolo della coreografa Nicoletta Severino, stasera, al Piccolo Teatro Cts Di Caserta

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L’evento porta in scena quello che prende vita “quando spegniamo la luce”, ci catapulta in un caos emotivo senza riserve Che succede nell’attimo in cui spegniamo la luce? Vengono a galla tutte le sensazioni represse, i pensieri reconditi, i desideri rimossi, le paure non dette, le emozioni profonde, i sentimenti sinceri, la dimensione infantile. È questo il tema di Soliloquy, il nuovo spettacolo di e con Nicoletta Severino, che – con la partecipazione di Sabrina Aurioso – porta in scena quello che prende vita quando spegniamo la luce, ci catapulta in un caos emotivo senza riserve, conducendoci in una dimensione estremamente intima e profonda. L’evento, realizzato con il patrocinio del Comune di Caserta, è in programma sabato 27 gennaio (ore 20) e domenica 28 gennaio 2024 (ore 19) al Piccolo Teatro Cts di Caserta, in via Pasteur 6. In Soliloquy la danzatrice e coreografa Severino porta in scena l’interiorità del proprio vissuto dandogli forma esteriore, in una danza interiore in cui dialoga con se stessa, la propria interiorità, gli oggetti, lo spazio e il tempo. Si guarda dentro e si guarda allo specchio, ride, piange, gioisce, soffre, vive. Con una colonna sonora tutta al femminile prende vita una danza viscerale, fatta di carne, che ci mostra la fatica del costruire e la facilità del distruggere, la profondità e la scanzonatezza, l’acutezza dei sensi, la forza e la fragilità, la spavalderia e la delicatezza. Ci mostra quanto siamo persi e brancoliamo nel buio, quanto tentiamo, falliamo, riproviamo, quanto siamo performanti e quanto tocchiamo il fondo. Facciamo show quasi ogni giorno, ma in fondo quella è tutta estetica, la verità è nella nostra capacità immaginifica, nell’odore dello spirito adolescente forte e incosciente che torna a sollecitare il nostro olfatto, nell’entusiasmo e la purezza dei bambini che ci portiamo dentro. Allora, con quello sguardo rinnovato, ci guardiamo attorno con ritrovata meraviglia e ci sentiamo grati.