Casola. Il Lettere interpretato dalle Cantine Mariano Sabatino. Un vino popolare che con la sua storia millenaria ha conquistato le tavole più raffinate

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Nella foto Mariano Sabatino e la figlia Erika durante la vendemmia scorsa nei vigneti di proprietà.

Due grandi rossi campani che da semplici vini popolari si sono guadagnati i galloni di vini blasonati, finendo, addirittura, sotto i riflettori dell’enologia internazionale, sono senz’altro il Gragnano ed il Lettere. Infatti, nell’ultima parte del secolo scorso sono riusciti a fare il salto di qualità che li ha visti passare dalle mense delle case più modeste alle carte dei ristoranti più esclusivi. Entrambi sono tipici del territorio dei Monti Lattari ed entrambi hanno il marchio di tutela Doc Penisola Sorrentina. Ma tra i due vini fatti, con le medesime uve, c’è qualche differenza. A spiegare queste differenze è Erika Sabatino, giovane enologa che lavora nell’azienda di famiglia che da più generazioni produce ottimi Gragnano e Lettere con il marchio Cantine Mariano Sabatino. “La differenza fondamentale sta soprattutto nell’altitudine dei vigneti, precisa Erika Sabatino, quelli per il Lettere si trovano più in alto e maturano una decina di giorni dopo il Gragnano. Si trovano ad oltre 300 metri nei territori collinari dei comuni di Casola di Napoli, di Sant’Antonio Abate e naturalmente del comune di Lettere. Mentre i vigneti che producono il Gragnano si trovano più in basso nei comuni di Pimonte, Castellammare di Stabia e Gragnano.” Quindi altitudini diverse per le stesse uve. E le uve previste dal disciplinare della Doc per produrre questi vini sono precisamente sette, tra cui risultano essenziali le uve di Aglianico, in percentuale maggiore, di Piedirosso, di Sciascinoso e Olivella. L’altra differenza, spiega sempre Erika Sabatino è tutta nei processi di vinificazione “Poi c’è il tipo di lavorazione, continua Sabatino, che imprime un sapore diverso. Entrambi sono frizzanti. Ma, mentre il Gragnano è dolce il Lettere anche se frizzante resta secco perché meno dolce, infatti entrambi subiscono la rifermentazione in autoclave ma il Lettere riceve meno zuccheri ed è un ottimo vino che resta poco valorizzato rispetto al più famoso Gragnano”. Infatti, Erika, d’accordo con il padre Mariano Sabatino, pensa che sia ora che il Lettere venga valorizzato ancora di più, perché ha una storia antichissima, che risale alla Roma imperiale, e perché ha un suo carattere molto particolare che va apprezzato. Sul mercato commerciale, purtroppo vive all’ombra del Gragnano che con la sua vena molto dolce risulta più godibile e ruffiano. E poi, in molti pensano che sia la versione secca del Gragnano. Invece è un altro vino che valutato senza fare paragoni con il fratello più gioioso. I Sabatino proprio in considerazione di questa analisi hanno particolarmente a cuore i vigneti di proprietà che si trovano nel comune di Casola, alla giusta altitudine per rendere il meglio dopo la vendemmia. Per cui il loro Lettere è seguito con attenzione e merita lo stesso successo raggiunto dall’ormai famoso Gragnano Mariano Sabatino.