Cena dai toni eleganti e con piatti che prevedono ingredienti più pregiati, possibilmente di mare, è l’unica regola. Per il resto non c’è consuetudine o tradizione che tenga. Per il cenone di fine anno sono aboliti i condizionamenti tipici del Natale. Unica costante che accomuna quasi tutti gli italiani sono le lenticchie, considerate un portafortuna ed il brindisi finale, possibilmente con bollicine nazionali. Ma per gli appassionati è concesso inebriarsi con l’ottimo champagne dei cugini transalpini. Spazio alla fantasia dunque. Per cui la tavola dell’ultimo dell’anno è un trionfo di creatività. Molto lontana da quella del Natale che pretende la tradizione in primo piano. Crostacei, innanzitutto, quelli pregiati che partono dall’aragosta per finire ai prelibati gamberetti. E non c’è crisi che tenga, per la cena di San Silvestro a tavola ci vuole un segno di benessere che porti fortuna per i prossimi 12 mesi. Ostriche, salmone, astici, caviale o scampi che siano, anche solo un assaggio. La loro presenza diventa necessaria per accompagnare quell’ottimo vino conservato da tempo per questa speciale occasione.
