Sorrento, una comunità che non riesce a fare i conti con se stessa

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In questi giorni sono partite le iniziative per le festività natalizie anche nella città del Tasso. E gli eventi organizzati dall’Associazione Albergatori, Associazione Ristoratori e Fondazione Sorrento, hanno per tema “Surriento Gentile”, come voler indicare un’idea di città, una strada da seguire. Ma questo che sembra un messaggio lusinghiero e di speranza, suona, invece, come una fuga dalla realtà. Semplicemente perché Sorrento e soprattutto la sua parte più vitale, la sua comunità civile, non riesce a fare i conti con se stessa. A parte le ottime intenzioni degli organizzatori che non hanno alcuna colpa, sono tutti in buona fede e vogliono solo fare qualcosa per la propria città, quello slogan da l’impressione, all’opinione pubblica, la voglia di nascondere la polvere sotto il tappeto anziché ripulirla con forza. Tanto è vero che la città tutta e le sue forze politiche, hanno rimosso completamente quanto è successo a maggio scorso con l’arresto del sindaco e dei suoi sodali per corruzione. L’ha rimosso con un silenzio assordante. Tanta è stata grande la figuraccia a livello internazionale, tanto grande è stato il silenzio dell’intera comunità che, dopo lo choc, ha solo bisbigliato. Nessuna lista civica e nessuno partito politico, di destra, sinistra o centro ha avuto l’esigenza di prendere posizione con un pubblico manifesto, con una pubblica riunione o con una qualsiasi iniziativa che invitasse i cittadini a riflettere. Anche durante la campagna elettorale per le ultime Regionali, i candidati venuti a Sorrento, a chiedere voti, hanno evitato di parlare del tema più importante e cioè di quello che è accaduto a maggio e come uscirne. Si è scelto, da parte di tutti, proprio di tutti, di   stare zitti. Non si sono prese distanze, ne tantomeno sono state indicate prospettive per il futuro. Quindi resta realmente difficile riaccendere la speranza aspettando dall’alto una Sorrento Gentile. Sorrento deve fare, necessariamente, i conti con se stessa. Ed i cittadini, cioè chi qui è nato e risiede, deve tornare al centro del dibattito politico. I partiti e le liste civiche devono avere il coraggio di uscire dai loro luoghi chiusi, mettersi in piazza e raccontare la loro idea di Sorrento che non può prescindere dal diritto alla casa sul suolo natio, dal diritto alla mobilità, dal diritto ad un mare veramente pulito, dal diritto ad una qualità della vita che coniughi gli interessi degli operatori turistici con quelli dei cittadini. Ma soprattutto, non può prescindere, dal diritto di avere una classe politica onesta che prenda le distanze dal passato e accompagni i cittadini verso un futuro più sereno e veramente gentile, perché questa meravigliosa città ha tutte le potenzialità per riuscirci.