Influenza, perché vaccinarsi

Pubblicità

Il calo delle vaccinazioni, a cui purtroppo stiamo assistendo negli ultimi anni, è una piaga che non coinvolge solamente le malattie causate dai microrganismi patogeni più pericolosi, ma anche patologie apparentemente di facile risoluzione come la sindrome influenzale.

La situazione in Campania

Virus dell'influenza A al microscopio elettronico
Virus dell’influenza A al microscopio elettronico

I dati del Ministero della Salute, aggiornati al 18 settembre 2015, circa la vaccinazione antinfluenzale nella stagione scorsa 2014-2015 sono preoccupanti anche per la Regione Campania. Nonostante la percentuale degli ultrasessantacinquenni vaccinati contro il virus dell’influenza sia la quarta più alta in Italia – dietro alle sole Umbria, Veneto e Calabria – il dato non è per nulla positivo, poiché ci si attesta solamente al 52%.  Per avere un metro di paragone basta ricordare che il Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale prevede come obiettivo minimo perseguibile la vaccinazione del 75% degli individui a rischio di complicanze gravi e, come obiettivo ottimale, la quota al momento utopica del 95%. Nonostante gli avvertimenti delle autorità sanitarie, ci troviamo a fronteggiare dati sempre più scoraggianti. Basti pensare che solo nella stagione 2002-03 gli ultrasessantacinquenni vaccinati hanno superato di qualche decimale la soglia del 75%, dopodiché si è passati a valori nettamente inferiori e quello relativo all’ultima stagione è addirittura il più basso dell’ultimo decennio.

Vaccinazione antinfluenzale: coperture vaccinali negli anziani (età ≥ 65 anni) dal 1999-2000 al 2014-15.
n.p.= dati non pervenuti Fonte: Ministero della Salute – ISS

Le categorie a rischio

La categoria a rischio per eccellenza è costituita proprio dagli anziani (età ≥ 65 anni), oltre che da soggetti con patologie particolari (cardiopatie, emoglobinopatie, epatopatie croniche, insufficienza renale ecc…), su cui l’influenza ha un effetto deleterio. Tutti questi individui, a causa della debolezza del loro sistema immunitario o di funzioni ad esso indirettamente correlate, possono andare in contro a danni gravi, causati soprattutto dal peggioramento di malattie preesistenti.  L’anno scorso, ad esempio, in tutta Italia sono stati segnalati ben 485 casi gravi  – di cui solo il 7.6% era stato vaccinato – e 160 decessi. Per evitare tutto ciò basterebbe solamente una piccola iniezione intramuscolo, effettuata a livello del muscolo deltoide, nella parte alta del braccio, per gli adulti e sulla coscia per i bambini con meno di 9 anni. Per quanto riguarda la categoria dei bambini c’è da dire che questi non sono presenti tra gli individui a rischio di effetti gravi perché, generalmente, il loro sistema immunitario reagisce bene all’attacco da parte del virus influenzale.

Perché vaccinarsi

La vaccinazione è disponibile entro fine dicembre per tutti, ad eccezione di soggetti di età inferiore ai 6 mesi, di individui con particolari patologie e di coloro che hanno avuto anafilassi in seguito a precedenti somministrazioni. Il Ministero della Salute, per incentivare tale pratica, ha anche decretato la gratuità della vaccinazione per coloro che fanno parte di una categoria a rischio. Come per tutte le vaccinazioni, non bisogna dimenticarsi che la somministrazione del vaccino contribuisce, oltre che alla protezione del singolo, anche alla protezione ed al benessere della comunità, riducendo al minimo le possibilità di trasmissione del virus e minimizzando i costi per eventuali interventi su casi gravi, i quali pesano sul bilancio del Sistema Sanitario Nazionale.

I principi della vaccinazione antinfluenzale

I 3 ceppi del virus dell'influenza inclusi nella composizione del vaccino antinfluenzale 2015/16
I 3 ceppi del virus dell’influenza inclusi nella composizione del vaccino antinfluenzale 2015/16

Il vaccino antinfluenzale va ripetuto ogni anno perché il virus dell’influenza ha un’alta capacità di mutazione, ovvero alcune delle parti che lo compongono cambiano di anno in anno in seguito ad alterazioni di segmenti del genoma virale, a differenza di ciò che avviene in tantissimi altri agenti patogeni. Ogni anno, quindi, si svolge prima dell’inizio della stagione influenzale – che solitamente coincide con l’inverno – il meeting dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per l’aggiornamento della composizione del vaccino antinfluenzale. Quest’anno la conferenza si è svolta dal 23 al 25 febbraio a Ginevra e sono stati individuati i tre ceppi virali da inserire nel vaccino 2015-16. Si parla di tre ceppi poiché il vaccino in questione è trivalente e, nella fattispecie, è composto dal tipo di virus influenzale B e dai due tipi di virus influenzale A che saranno più presenti durante l’inverno successivo.

Quanto è sicuro?

E’ di fondamentale importanza chiarire che il vaccino non può in alcun modo causare l’influenza o i sintomi ad essa correlati, perché viene preparato con un virus ucciso, quello che tecnicamente è chiamato virus inattivo. Gli unici effetti collaterali che possono vaccinarsimanifestarsi in individui sani e non allergici sono una lieve febbre e malessere generale, i quali in genere durano non più di 48 ore, mentre il vaccino, per essere protettivo,  può necessitare fino a 2 settimane. Dunque, non c’è alcun motivo logico  e scientificamente valido per non effettuare questa vaccinazione, come del resto tutte le altre raccomandate: è semplicemente un modo per proteggere noi stessi e tutte le persone con cui interagiamo quotidianamente.