Celiachia, boom di casi in Campania

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Sempre più spesso, negli ultimi anni, si sente parlare di celiachia e sempre più persone ne risultano affette. La regione Campania si allinea perfettamente al trend che si riscontra a livello globale.

Le dimensioni del fenomeno

La celiachia colpisce prevalentemente le femmine
La celiachia colpisce prevalentemente le femmine. Il rapporto maschi : femmine in Campania è di 1:2, leggermente più alto rispetto al rapporto di 1:3 individuato a livello nazionale.

Ogni anno si ha un aumento del numero di celiaci, che può variare da poche decine di unità fino al migliaio di individui, che, rapportato alla grandezza e alla popolosità del territorio in esame, è un dato molto rilevante. A livello mondiale l’enteropatia da glutine, altro termine utilizzato per designare il morbo celiaco, ha subito un aumento dell’incidenza di circa il 500% nell’ultimo quarto di secolo, mentre in Italia, tra il 2012 ed il 2014, i casi sono aumentati del 15.8%.  Se un aumento dei casi è in parte ascrivibile ad un miglioramento progressivo del protocollo seguito per la diagnosi, sempre più accurata negli anni, è pur vero che una parte di questo incremento del numero di celiaci è dovuto ad una maggiore incidenza della celiachia stessa. La Campania, secondo le stime più recenti del Ministero della Salute, è al terzo posto in Italia – dietro Lombardia e Lazio – per numero di individui affetti da celiachia, che rappresentano il 9% degli affetti a livello nazionale. Se trasliamo il dato riportato nel solo meridione, questo ne esce addirittura ingigantito, poiché solo il 19% dei celiaci italiani risiede al sud, mentre quasi 1 su 10 è campano.

Celiaci in Italia ed in Campania
Percentuale di celiaci per regione sul totale nazionale. La Campania è terza.
Distribuzione dei celiaci in Italia
Solo il 19% dei celiaci italiani risiede nelle regioni del sud Italia, ma in Campania vi è il 9% di tutti i celiaci, una quota molto elevata.

Le cause della celiachia

Una anomalia statistica di questo tipo è riconducibile, probabilmente, ad uno o più fattori genetici o ambientali presenti nella nostra popolazione, attualmente sconosciuti, che hanno una qualche influenza sull’insorgenza della malattia celiaca, la quale, tra l’altro colpisce tre femmine per ogni maschio affetto. Pur essendovi una marcata influenza di alcuni geni del complesso di istocompatibilità maggiore di classe II (HLA di classe II), è  certo che molti altri fattori sono necessari affinché si sviluppi effettivamente la malattia.  A tal proposito sono stati effettuati molteplici studi, i quali hanno evidenziato che il 90% circa dei celiaci presenta un complesso HLA di classe II di tipo DQ2, mentre quasi tutti gli altri presentano quello di tipo DQ8. Tuttavia, questi sono solo dei particolari tipi di elementi del sistema immunitario necessari per lo sviluppo della patologia, ma da soli non sono assolutamente sufficienti, dato che meno di 1 individuo su 100, tra quelli possedenti l’HLA-DQ2  o DQ8, è affetto da celiachia.

Cos’è la celiachia?

Queste molecole, facenti parte del sistema immunitario, sono però fondamentali ai fini della patologia, poiché la malattia celiaca  rientra nella classe delle malattie autoimmuni e, dunque, è data proprio da un difetto dell’azione del sistema immunitario. In particolar modo, i linfociti attaccano la gliadina, una proteina del glutine, il quale è molto presente soprattutto nel grano. L’ingestione di alimenti contenenti glutine comporta una reazione immunitaria a livello dell’intestino tenue, che viene danneggiato sempre di più, tanto che in clinica il danno all’epitelio intestinale, rilevato tramite biopsia e classificato secondo precisi criteri,  è un importante indizio diagnostico.

I progressi nella diagnosi

Proprio la diagnosi sta subendo negli ultimi anni un sempre maggiore miglioramento procedurale, tanto che nel 2015 sono stati messi appunto due nuovi algoritmi diagnostici – uno per la diagnosi nei bambini e l’altro per quella negli adulti – che consentono di limitare il ricorso alla biopsia duodenale, una pratica notoriamente invasiva. Inoltre, da meno di un anno, la diagnosi di celiachia è effettuata o confermata solamente da laboratori altamente specializzati, accreditati con il Servizio Sanitario Nazionale. Questa misura è stata adottata in quanto sicuramente, ad oggi, la prevalenza della celiachia è ampiamente sottostimata, perché molti soggetti affetti, soprattutto quelli presentanti sintomi lievi, non ricevono una corretta diagnosi o, addirittura, non arrivano neanche a richiedere un consulto medico.

Algoritmo diagnostico per la celiachia
L’algoritmo diagnostico per la celiachia da applicare negli adulti. Si può notare come la biopsia duodenale non rappresenti più una tappa obbligata.

Sintomi e segni

I sintomi ed i segni suggestivi dell’enteropatia  da glutine sono molti e tra questi ritroviamo: dolori addominali, stipsi, diarrea, accrescimento ridotto nei bambini, stanchezza cronica, alopecia, orticaria frequente ed osteoporosi. Inoltre, nell’adulto, la celiachia può essere seguita da patologie molto diverse da essa, come la depressione o l’anemia.

È possibile curare la celiachia?

Purtroppo non esiste una cura per la malattia celiaca, ma una dieta priva di glutine solitamente determina la scomparsa dei sintomi e la ricostituzione dell’epitelio intestinale

Simbolo degli alimenti senza glutine
Simbolo presente sulle confezioni degli alimenti privi di glutine.

danneggiato dalla risposta immunitaria indotta dal glutine. In ogni caso, ciò non vuol dire che si è guariti dalla celiachia, perché, anche dopo periodi molto lunghi in cui si è seguito un regime dietetico privo di glutine, se si torna ad introdurre questa sostanza nell’organismo, si otterrà una ricomparsa della sintomatologia. Per aiutare i celiaci a condurre una vita quanto più agevole possibile sotto l’aspetto culinario, lo stato italiano ogni anno finanzia corsi per la formazione e l’aggiornamento degli operatori del settore alimentare e, in questo ambito, la Campania è la regione che ha attivato più corsi negli ultimi anni.