“I Vini di Indovino” Il sommelier recensisce il Fiano di Paternopoli

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Irpinia Fiano DOC, Sequoia, Fonzone Caccese, 2013

I ricordi dell’infanzia trascorsa nelle campagne irpine spingono il dott. Lorenzo Fonzone Caccese a ritornarci e dar vita  nel 2005 ad un importante progetto vitivinicolo.  Ci troviamo a Paternopoli, in località Scorzagalline, su una collinetta naturalmente circoscritta da querceti e dai fiumi Fredane ed Ifalco, proprio di fronte al castello di Gesualdo, un tempo proprietà di famiglia.Nel 2006, con la consulenza dell’enologo ed agronomo Arturo Erbaggio, ha inizio l’impianto dei vigneti lungo i declivi calcareo-argillosi ad un altitudine compresa tra i 370 ed i i 520m s.l.m.
Attualmente in azienda si lavora su 22ha di vigneti, 4 dei quali in affitto. Eco-sostenibilità è la parola d’ordine: Arturo Erbaggio conduce le vigne in regime di lotta integrata con inerbimenti spontanei e sovesci, intervenendo sotto il profilo agronomico in maniera mirata ed efficace grazie ad un’attenta e certosina mappatura dei suoli.
Parallelamente al grande lavoro in vigna, i Fonzone hanno realizzato un’avveniristica cantina di 2000 mq, la maggior parte dei quali interrati: a tutto vantaggio delle ideali condizioni di vinificazione.
Di seguito vi riporto le impressioni sul Sequoia, un Irpinia Fiano  fortemente voluto da Erbaggio per valorizzare una vigna al di fuori dell’areale entro il quale viene riconosciuta la DOCG Fiano di Avellino
E’ un vino ottenuto dalla vendemmia tardiva (novembre) di uve Fiano parzialmente botritizzate, allevate a spalliera con potatura a “guyot”, una densità d’impianto 4500 ceppi/ha e rese di 50 q/ha.
Notevole è il lavoro svolto durante le fasi di sfogliatura e cimatura per garantire allo stesso tempo il giusto carico fogliare ed una corretta areazione ed esposizione dei grappoli: condizioni utili ad evitare un eccessivo assottigliamento della buccia in caso di sovraesposizione, e fondamentali in un contesto in cui le uve maturano molto lentamente (quanto meno al pari se non più tardi dell’aglianico).
La vinificazione avviene in parte in acciaio, in parte in barrique con una sosta sulle fecce fini per circa 7 mesi, durante i quali vengono effettuati periodici batonnage. Segue una ulteriore sosta in bottiglia di 9 mesi prima della commercializzazione.
Nel calice si presenta con una vivida e consistente veste paglierina dai riflessi dorati.
Al naso si percepiscono note di albicocca e pompelmo, ginestra, lievi accenni minerali, finocchietto selvatico e mandorle tostate. Il sorso è di grande impatto, equilibrato, avvolgente, sorretto da una notevole freschezza e sapidità, ed una lunga chiusura con richiami di agrumi e note tostate.
Ho avuto modo di apprezzare il Sequoia in un calice abbastanza voluminoso e di media apertura, intorno ai 12°C. Personalmente lo abbinerei ad un buon piatto di “Pasta e Patate con la Provola Affumicata”.                                                                                       Rubrica a cura di: Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina